Riaprono negozi, ristoranti, bar e riprendono diverse attività. L’Italia prova a ripartire dopo il lockdown per l’emergenza coronavirus. Traffico un po’ più sostenuto nelle grandi città, più gente sui mezzi dei pendolari ma per ora nessuna criticità particolare. E torna il rito dell’espresso al bar: ingressi ed uscite differenziati, gel igienizzante, mascherine. Ieri la firma del dpcm da parte del premier Conte dopo l’intesa con le Regioni. Ma il governatore campano De Luca ha detto no: ‘Il governo non scarichi le responsabilità sulla sicurezza’.
‘Liberi tutti da 3 giugno? Deciderò il 2’‘
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca non ha firmato, come altri suoi colleghi, l’intesa delle regioni con il governo, perché ritiene che quell’ accordo sia solo uno ‘scaricabarile’ e chiede al governo di assumersi le proprie responsabilità. “Dal 3 giugno liberi tutti, dice il premier. Io dal 2 ragionerò per capire a che punto è il contagio. E comunque che significa liberi tutti se abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti dell’ Italia?” “Abbiamo condiviso il documento delle Regioni – spiega -. Ma riteniamo che il ministero della Salute abbia il dovere di dettare linee guida per garantire le condizioni di base prioritarie per la sicurezza dei cittadini. Questo punto non è stato accettato e non abbiamo firmato”.
Per De Luca da parte del governo c’è stato “un misto di finzione e di irresponsabilità”. Quella dell’esecutivo è “una posizione francamente sconcertante – aggiunge il governatore della Campania -. Cosa significa questo finto e tardivo rispetto per le autonomie regionali? Perché allora non lo si è fatto dal 4 maggio? La verità è che non si è retta l’ onda d’ urto delle categorie, di qualche Regione, del mondo produttivo che spingeva per aprire tutto. Io credo che dobbiamo aprire tutto, ma definitivamente, senza pericoli di ritorni indietro, e in modo ordinato e semplice”. Per quello che riguarda la Campania, ristoranti, pub e mercati verranno riaperti giovedì “per preparare con serietà le condizioni di igienizzazione e poi di sicurezza per i clienti”.
Secondo De Luca, si è arrivati alla fine del lockdown “nel modo peggiore, moltiplicando elementi di confusione e di pericolo futuro. Io vedo un Paese nel quale ormai si sono drammaticamente abbassate le barriere protettive, e in cui tutte le ‘prescrizioni’ rischiano di rimanere lettera morta, perché nessuno controlla più nulla”. Per De Luca oggi bisognerebbe preoccuparsi di “scongiurare la responsabilità penale per gli imprenditori in caso di contagio dei dipendenti. Mi preoccuperei di fare una sburocratizzazione radicale del Paese. Ma se i presupposti sono 21 indicatori sanitari da mandare a Roma ogni settimana – una cosa demenziale, che ripropone di nuovo la centralizzazione – allora davvero non andremo lontano”.
Emiliano, De Luca sta facendo le nostre stesse cose
“De Luca ha fatto le stesse cose che stiamo facendo noi” e “non c’era niente da firmare, la sua era una posizione politica non particolarmente diversa dalle altre”. Lo ha spiegato il governatore pugliese Michele Emiliano sulla presa di posizione del presidente della Regione Campania in merito al provvedimento nazionale di riapertura delle attività. De Luca “non era d’accordo su un punto: pretendeva, giustamente, che il governo centrale dicesse se c’erano le condizioni epidemiologiche per riaprire ma siccome il governo ha chiesto alla Regioni di fare l’esame di questa situazione in loco, la decisione alla fine è in corresponsabilità e De Luca pretendeva invece di saperlo dal ministero della Salute. L’unico screzio è stato questo ma del tutto irrilevante nel contesto generale, molto enfatizzato”.