La fase due, al Covid hospital di Boscotrecase, è partita con un forte segnale di speranza. Due nuovi pazienti hanno sconfitto il Coronavirus e sono stati dimessi, ieri pomeriggio, dopo il definitivo ok concesso loro dai medici in trincea nel presidio sanitario di via Lenze. Una guerra, quella contro la pandemia, che qui si combatte dallo scorso 16 marzo.
Crollano i ricoveri
L’ultimo bollettino lancia due segnali chiari: crollano i ricoveri, si svuota la terapia intensiva. Attualmente sono “solo” 35 i pazienti affetti da Coronavirus e ricoverati presso il Covid center di Boscotrecase. Un ospedale che, fino al mese scorso, aveva invece rischiato il collasso. Per due giorni consecutivi infatti – il 23 e il 24 marzo – la direzione sanitaria della Asl Napoli 3 Sud era stata costretta a decretare con urgenza «il blocco dei ricoveri per saturazione» dei 40 posti letto complessivamente disponibili nella struttura. Oggi, al contrario, 5 posti sono liberi. Anche il reparto decisivo nella lotta al covid 19, ovvero quello di terapia intensiva – che a Boscotrecase conta 12 posti temporaneamente allestiti nell’ex blocco operatorio – è in pratica deserto. Al momento, la terapia intensiva del Covid center di via Lenze ospita un solo paziente. In 6, infine, restano ricoverati nel reparto di sub-intensiva.
La nuova terapia intensiva
Il nuovo reparto di rianimazione e terapia intensiva, al secondo piano del Covid hospital, verrà inaugurato entro questa settimana. Terminati infatti due giorni fa i lavori per nuovi 13 posti letto – di cui uno contumaciale – che saranno dunque a breve disponibili per ulteriori ricoveri dopo l’effettuazione dei test di collaudo sui macchinari e per la sicurezza. Il cantiere era partito lo scorso 3 aprile dopo l’aggiudicazione di un appalto da 3 milioni e 550 mila euro indetto dalla So.Re.Sa. – la SpA costituita dalla Regione Campania per la razionalizzazione della spesa sanitaria regionale – da parte di un gruppo di 4 imprese, tra le quali la milanese R.T.I. SpA.
I rientri
C’è però tensione tra sindacati e direzione sanitaria. Il nodo da sciogliere resta lo speciale “permesso per emergenza” che, attualmente, consente a circa 40 tra infermieri e medici della Asl Na3 Sud di assentarsi dal lavoro grazie a dei certificati comprovanti una “affezione da patologie croniche ovvero con stati di immunodepressione”. I circa 40 dipendenti, nonostante l’emergenza Coronavirus, sono a casa dal mese scorso per effetto dello stesso congedo concesso loro in precedenza dalla direzione sanitaria. Il primo congedo “per emergenza” (previsto dal decreto nazionale Cura Italia) era valido fino al 30 aprile. L’Asl Napoli 3 Sud ha fissato i paletti per i dipendenti che nella prima parte della pandemia si sono assentati dal luogo di lavoro perché magari affetti da patologia e quindi a rischio in caso di contagio da virus Covid-19. Come spiega una nota indirizzata dal direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Gennaro Sosto, a tutti i direttori delle unità operative «le nuove disposizioni in tema di gestione delle attività lavorative del Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 26 aprile non hanno prorogato le disposizioni in tema di assenza per emergenza». In sostanza chi vorrà continuare a restare a casa dovrà presentare una richiesta al medico competente per valutare il proprio stato di salute «al fine di garantire l’integrità psico-fisica degli stessi nell’ambito lavorativo». Il termine fissato per la presentazione delle richieste è l’8 maggio e bisognerà andare di fretta anche perché l’ultimo decreto legge del Governo Conte ha fissato al 30 aprile «il termine di scadenza per le assenze retributive per patologia».