Ottenuta in Italia la mappa dei meccanismi con i quali il nuovo coronavirus invade le cellule: un passo cruciale per trovare farmaci mirati. L’ha ottenuta la ricerca coordinata dall’università di Bologna, con il gruppo di Federico Giorgi, e condotta in collaborazione con il gruppo dell’Università di Catanzaro guidato da Pietro Guzzi. Il risultato è pubblicato sul Journal of Clinical Medicine.
I ricercatori hanno individuato il modo in cui le proteine del virus interagiscono con quelle umane e, fra queste ultime, indicano quali vengono attivate e disattivate dal virus e quali gli permettono di moltiplicarsi e di diffondersi nell’organismo. “Conoscere gli effetti molecolari di questo virus sulle proteine umane è fondamentale per definire strategie farmacologiche efficaci”, ha detto Giorgi. “Inibire le interazioni che abbiamo evidenziato potrebbe costituire una via terapeutica in grado di limitare gli effetti distruttivi del SarsCoV2 e di altri coronavirus sulle cellule umane”.
Il quadro complessivo di questa interazione fra il virus e l’organismo umano, chiamato interattoma, descrive il bersaglio finora più noto del nuovo coronavirus, ossia la proteina Ace2. La ricerca indica che le cellule si difendono dall’attacco del virus riducendo la presenza della Ace2, ma che questa riduzione può essere dannosa per il tessuto dei polmoni; c’è poi la proteina Mcl1, che le cellule umane usano per attivare il loro suicidio come soluzione estrema per fermare l’attacco del virus; la proteina Eef1a1, invece, si spegne per impedire al virus di moltiplicarsi. Dalla ricerca è emerso inoltre che il coronavirus può ridurre l’attività delle centraline energetiche delle cellule, i mitocondri, e che due delle sue proteine, (Nsp7 e Nsp13) possono disattivare alcuni meccanismi di difesa cellulare, e altre ancora lo aiutano a replicarsi.