“Lavoriamo in una situazione molto tesa e stiamo cercando di limitare al minimo i contatti con i pazienti. Il contagio di un solo sanitario potrebbe essere una bomba a orologeria”. Fabio Balzano, 32 anni da Torre Annunziata, è un neolaureato in medicina. Fa parte ora di quei giovani camici in trincea che non si sono tirati indietro, e al contrario hanno deciso di combattere in prima linea la pandemia. Quel nemico invisibile ma letale chiamato Coronavirus. Fabio, oggi, deve fare i conti pure col terrore di poter contagiare la sua famiglia, i propri genitori.
“Ho paura, ce l’hanno anche i miei colleghi” dice “perchè credo che nessuno, neanche tra i più anziani, abbia mai visto nulla di simile”. Dopo la laurea conseguita nel 2018, Fabio ha vinto un corso di formazione specialistica in medicina generale. Poi ha iniziato il necessario periodo di tutoraggio. La prima tranche dell’apprendistato è stata dura. Fabio Balzano ha iniziato infatti a lavorare presso l’ospedale “Sant’Anna e Maria Della Neve” di Boscotrecase. E tutto poco tempo prima che il presidio sanitario di Via Lenze fosse trasformato dall’Asl Napoli 3 Sud in Covid hospital del Vesuviano. “Dovrei tornare lì a Luglio – prosegue – a Boscotrecase ho lasciato un pezzetto del mio cuore. Sento spesso qualche medico e molti amici infermieri. In questo momento, quanto accade in ospedale sta toccandomi profondamente. Sono vicino a tutti i miei colleghi. In estate spero di poter tornare a Boscotrecase per dare anche io il mio contributo e per fare la mia parte.
Non mi sento un eroe, ma vivo questo mestiere come fosse una missione. Soprattutto in un periodo così duro”. Il giovane dottore di Torre Annunziata sta affrontando la seconda tranche del suo tutoraggio presso la guardia medica di Via Pasquale Fusco. Fabio è reperibile tutti i giorni, dalle otto di sera alle otto del mattino, insieme ad altri 11 giovani colleghi reperibili e 12 medici titolari. Ai tempi del Coronavirus, anche le tante notti trascorse in guardia medica diventano però pesanti e rischiose. “Fortunatamente – sottolinea Fabio – l’Asl qui ha fornito tutti i kit di protezione necessari. Il telefono? Sta squillando in continuazione. Stiamo lavorando più di prima”.Il giovane medico di guardia poi spiega nel dettaglio la procedura di assistenza adesso assicurata ai cittadini.
“La parola d’ordine è quella di limitare al minimo i contatti, perchè il contagio d un solo sanitario rappresenterebbe una vera bomba a orologeria. A Via Fusco stiamo cercando di gestire i casi sospetti, effettuando una sorta di pre-triage al telefono. Se il paziente riferisce sintomi come febbre o tosse, allora gli consigliamo di comporre il numero verde regionale per l’emergenza Covid.Altrimenti continuiamo a effettuare visite. Ma la gente, adesso, ha paura. E fa anche bene. Stiamo ricevendo un mucchio di telefonate. Gli accessi sono diventati davvero pochi”.
Il virus ha stravolto i tradizionali canoni della professione. La visita, nella maggior parte dei casi, si effettua ora attraverso il telefono. E tutto questo, a Fabio pesa: “Il contatto coi pazienti è stato in pratica spezzato dal Coronavirus. E’ una sottigliezza di non poco conto. Personalmente sto vivendo molto male la mancanza del contatto fisico, una pacca sulla spalla data anche solo per tranquillizzare. In terapia” conclude il giovane dottore “l’abbraccio di un medico al paziente può essere fondamentale”.