«Dobbiamo farle il tampone, è obbligatorio. Nel suo palazzo vive una persona che potrebbe aver contratto il virus». Ma dietro le mascherine e nascosti dalla lunga tuta bianca, come quelle che indossano gli operatori sanitari in questo particolare periodo di emergenza, non si nascondono due paramedici, ma due truffatori. Un allarme scoppiato nelle città del Vesuviano nelle ultime settimane. Proprio nei giorni in cui l’onda di panico e di allerta per i continui casi del Coronavirus cresce sempre più, il numero dei contagiati in Campania sfiora le 500 unità, aumenta anche il numero dei casi di sciacallaggio.
Tra Poggiomarino, Striano e San Giuseppe Vesuviano le segnalazioni arrivate all’orecchio delle forze dell’ordine hanno fatto scattare la caccia agli pseudo-paramedici che stanno diffondendo ulteriore terrore in città. E manco a farlo apposta nel mirino dei truffatori seriali del tampone fantasma sono finiti decine di anziani, vittime più deboli da agganciare. Il sistema delle truffe dei controlli medici ai tempi del Coronavirus funziona così.
Un falso medico chiama all’utenza domestica la potenziale vittima. «Siamo i medici dell’Asl, ci è stato segnalato nel suo condominio un caso sospetto. Al fine di garantire la massima salubrità dei locali anche lei sarà sottoposto a controlli», la telefonata per far abboccare le vittime. “Visite mediche” che vengono effettuate o a domicilio o nella peggiore delle ipotesi invitando le presunte vittime a raggiungere il distretto sanitario di Palma Campania, in un reparto specificato dall’operatore nel corso della telefonata. Un reparto che non esiste, ma che serve soltanto a distrarre le persone, invitate a lasciare la propria abitazione. Casi, più di uno, finiti sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine che hanno avviato le ricerche su tutto il territorio dell’hinterland vesuviano al fine di dare un volto e un nome ai truffatori travestiti da medici che approfittando della psicosi e del panico scatenato dal diffondersi del Covid-19 approfittano di chi è più debole.
E inevitabilmente la psicosi è scattata anche sui social network. Dove le segnalazioni delle telefonate di presunti medici a caccia del tampone si sono moltiplicate nel giro di poche ore. Tant’è che le forze dell’ordine hanno invitato i cittadini a denunciare immediatamente le telefonate-trappola. Anche alcuni consiglieri, ed ex consiglieri comunali nel caso di Poggiomarino, hanno diffuso un messaggio per sensibilizzare la popolazione a seguire soltanto i protocolli nazionali.
«Riceviamo la segnalazione che qualche sciacallo stia telefonando a casa dei nostri concittadini preannunciando l’esecuzione di un tampone “a domicilio”. Inutile dire che si tratta di una truffa, giacché non sono previsti tamponi con queste modalità. Per cui, se ciò dovesse accadere, si deve immediatamente procedere a denunciare l’accaduto alle autorità competenti», il messaggio che alcune associazioni hanno diffuso negli ultimi giotni e che sta inondando le bacheche facebook e le chat di gruppo whatsapp. «Così speriamo di arrivare a quante più persone possibile».
Casi simili, oltre che nella provincia di Napoli, si sono verificati anche in numerose altre parti d’Italia. Tant’è che nei giorni scorsi, Ministero della salute, le Asl del territorio e Croce Rossa Italiana in una nota hanno spiegato che «nessuno è autorizzato a visite domiciliari. Non vi è alcuna direttiva ministeriale che imponga di bussare alla porta dei cittadini per fornire loro informazioni sul virus».