Qui si lotta ventiquattro ore al giorno contro l’incubo chiamato Covid 19, senza un momento di pausa. Niente ferie, niente cali di tensione, guai a perdere la lucidità. Un’impresa in tempi del genere, di timori e anche isterie alimentate sui social network. Decine, centinaia, migliaia di professionisti, tra medici e infermieri, addetti e dipendenti, che col cuore in gola per l’incubo del contagio rappresentano idealmente il muro che si sta alzando passo dopo passo per fermare il Coronavirus. Ma restano difficoltà operative, a iniziare dalla carenza di personale a più riprese denunciata dalle sigle sindacali. Eppure si tenta di fare anche l’impossibile. Da Castellammare di Stabia ai presidi riuniti della penisola sorrentina, da Nola al nosocomio di Boscotrecase, passando a quello di Gragnano. Senza dimenticare i presidi napoletani e dell’Agro, in testa Scafati e Nocera. Punti di riferimento per la sanità pubblica messi a dura prova dall’avanzata dei contagi. E la notizia diffusa ieri dalle agenzie di stampa internazionali sul varo del primo farmaco specializzato per aggredire il Covid 19 viene accolta con prudenza: il medicinale, elaborato da un gruppo di ricercatori olandesi, potrebbe essere pronto solo tra qualche mese. Fatto sta che nei presidi sanitari si stanno seguendo tutti i protocolli dettati dalle Asl. Sono state sospese tutte le ferie del personale medico e c’è anche il blocco dei ricoveri programmati. Semaforo rosso a tutte le operazioni chirurgiche non di urgenza. In penisola sorrentina, ad esempio, è stata applicata una nuova misura. l reparto di Chirurgia al momento è fermo, gli interventi vengono effettuati a Vico Equense. All’ospedale di Sorrento ci sarà un reparto dedicato esclusivamente al Covid: non perché ci siano contagiati, ma temendo un potenziale grosso affanno delle strutture campane si potrebbe arrivare al punto che i pazienti da ricoverare potrebbero essere trasferiti anche in penisola sorrentina. Insomma, cambi in corsa per adeguarsi all’emergenza. L’ospedale di Gragnano è rientrato, a pieno titolo, nel piano di recupero dei posti – circa 30 – per i pazienti da ricoverare ma non affetti da Coronavirus. Il presidio cittadino potrebbe ospitare anche ambulanze con personale e attrezzature specializzate per effettuare i tamponi. Quindi, oltre che a mettere a disposizione i posti letto dei Medicina Generale e Geriatria, l’ospedale di Gragnano potrebbe diventare punto nevralgico. Una mezza rivoluzione è in corso anche all’ospedale Scarlato di Scafati con il potenziamento del polo pneumologico disposto dalla Regione Campania e dalla Asl, con 15 posti dedicati alla terapia intensiva e sub intensiva e 64 posti letto interamente destinati ad accogliere i pazienti affetti dal Covid-19. Scenario che sembrava in un primo momento una porta aperta per il futuro ripristino del Pronto Soccorso. Ed invece, le recenti ordinanza regionali rischiano di portare alla chiusura l’attuale punto di primo intervento. Una beffa, secondo il sindaco Cristoforo Salvati. «Accettiamo questa decisione di individuare il nostro ospedale per la cura dei positivi al Covid 19, nonostante sia una decisione imposta dall’alto, senza alcun confronto con il territorio, non concordata né con me né con le istituzioni locali. La nostra comunità ha già pagato caro le scelte della politica regionale del passato, che hanno imposto un declassamento dello Scarlato, con la sua esclusione dalla rete dell’emergenza – le parole del primo cittadino di Scafati – Non si possono chiedere ai cittadini scafatesi ancora, e solo, sacrifici. Ci avete tolto il pronto soccorso, ci avete estromesso dalla rete dell’emergenza. Volete utilizzare l’ospedale per la gestione del Covid? Blindatelo, dotatelo di tenda pre-triage per i casi da accertare e di tutti gli strumenti di protezione e sicurezza necessari, assicurandoci che, quando passerà questa emergenza, riavremo il nostro pronto soccorso». (hanno collaborato Elena Pontoriero e Adriano Falanga)
CRONACA
15 marzo 2020
Ricoveri e interventi sospesi, aprono i reparti anti Covid 19