File interminabili agli ingressi dei supermercati e carrelli stracolmi all’uscita. Il panico di restare senza provviste ha generato la corsa all’acquisto compulsivo dei generi di prima necessità. Ma non solo. Nelle buste della spesa ci capita un po’ tutto, anche quello che forse quotidianamente, e non in emergenza, non si sarebbe comprato. L’attenzione è rivolta ai disinfettanti, quando si riescono a trovare, ai detersivi e ai saponi per l’igiene personale. Scaffali svuotati, o meglio saccheggiati un po’ ovunque. Si è costretti a restare a casa e si pensa a come trascorrere le ore interminabili delle giornate scandite dall’aumento di ansia, e notizie che si aggiornano ora per ora. Negozi che chiudono e servizi fermi. Ad aumentare sono anche i prezzi, ma questo non sembra spaventare gli acquirenti che, velocemente, tentano di accaparrarsi quanto possibile. Da una prima indagine, tra i market di note catene sia piccoli, medi e grandi dell’area vesuviana, è chiaro che ad aumentare sono i prodotti maggiormente messi nelle buste della spesa: pasta e biscotti soprattutto. Un mezzo chilo di pasta, di marca nota, va da 1,05 euro/centesimi per mezzo chilo fino a 1,65 euro/centesimi per la stessa quantità. Prezzi che sforano il 50% di aumento. Corsa anche al banco della frutta, anche dopo una serie di prescrizioni arrivate via web da parte di qualche nutrizionista, falso o reale, che ne ha consigliato il consumo per prevenire il contagio da Coronavirus. Della spesa fanno parte anche i surgelati, acquistati in quantità maggiori rispetto alla norma, perché con la possibilità di una scadenza prolungata rispetto al consumo.
In fila per il cibo
Nel secondo giorno di coprifuoco, decretato con la chiusura di ristoranti e pizzerie, le file davanti ai supermarket restano chilometriche. E se i clienti sono muniti di mascherina, buona parte dei dipendenti dei negozi di alimentari non lo sono. E all’interno di grandi superfici non è difficile notare scaffalisti o cassieri senza guanti, né mascherine. Resta una linea tracciata per restare lontani dai banchi dei salumi e dei formaggi al taglio, ma non davanti alle casse. Un panico che genera distrazioni e le misure di prevenzioni si indeboliscono.
Acqua e sapone
Acqua imbottigliata e detergenti, così come i detersivi, sono rientrati nei generi di prima necessità da acquistare. E c’è chi, per premura, ne acquista quantità smisurate. I più fortunati riescono ancora a scegliere le marche dei prodotti, mentre per tutti gli altri c’è solo da accontentarsi. Ovviamente anche qui i prezzi cambiano e a restare sugli scaffali sono i prodotti più cari. Qualche timido aumento, però, è stato fatto anche sulle confezioni di acqua e su alcuni prodotti per l’igiene della casa e personale. Ad esempio, se in tempi tranquilli i saponi liquidi erano preferiti a quelli a pezzi, adesso la distinzione è davvero minima. Basta che ci assicuri qualcosa che possa pulire le mani, come hanno suggerito tutti. Lavarsi le mani spesso, la prima regola per diminuire il contagio.
Giocattoli e abbigliamento
Acquisti ridotti all’osso per i reparti di giochi e abbigliamento. Beni di cui si è deciso di farne a meno. Ritenuti non essenziali e rinviabili a tempi migliori. Per una bassa richiesta, infatti, i prezzi sono rimasti invariati e gli scaffali stracolmi. Ma di sconti, per adesso, non se ne parla. E tristemente vuoti restano i reparti che, invece, erano tra i trainanti dei supermercati. Nessun bimbo tira la giacca del papà per avere il nuovo modellino di un’auto riprodotta fedelmente. Esposte e sedute in attesa anche le bambole, nascoste da un velo di polvere. Pacchi di costruzioni, libri di favole, lavagnette magnetiche, trucchi per bambina, piste di trenini accantonati. Anche per l’abbigliamento la scena è la medesima. Manichini che vestono abiti invernali, mentre avrebbero già dovuto rappresentare la primavera. Un’immagine drammatica che rappresenta la scelta forzata. Scelta che fino a qualche settimana fa ancora era reale. Scelta cancellata dalla paura di una pandemia che spaventa, tutti nessuno escluso. E la vita quotidiana, gli acquisti quotidiani, hanno subito inevitabilmente un cambiamento, tra ciò che è ritenuto una priorità come il cibo, e quello che può essere lasciato.