Torre del Greco. Le ultime 48 ore del sindaco Giovanni Palomba sono state completamente dedicate all’incubo-Coronavirus: prima l’incontro istituzionale in Regione Campania con tutti i «colleghi» e il governatore Vincenzo De Luca, poi la riunione-fiume in municipio per mettere in campo tutte le precauzioni utili a tenere sotto controllo il «fenomeno». Una full immersion dettata dalla necessità di garantire risposte certe ai cittadini e dalla «tranquillità» di avere risolto la vera emergenza del territorio: il disastro-rifiuti in cui Torre del Greco è piombata dal giorno del suo insediamento a palazzo Baronale. «Sono iniziate le attività di pattugliamento dell’intera città, coordinate dall’esercito Italiano, in collaborazione con la polizia municipale e i carabinieri del nucleo forestali» aveva annunciato, attraverso una nota, lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio.
Ma evidentemente neanche i militari e gli uomini in divisa sono in grado di fronteggiare l’inciviltà dei trasgressori delle regole previste dalla differenziata e le difficoltà nel garantire la raccolta dei sacchetti da parte della ditta Buttol, il colosso ambientale incaricato dei servizi di igiene urbana e già cacciato per inadempienze contrattuali all’epoca del primo mandato di Ciro Borriello. Perché il day after i «controlli straordinari» assicurati dal prefetto Marco Valentini, la quarta città del corallo si presentava ugualmente come una sorta di discarica a cielo aperto non solo tra i vicoli «dimenticati» della periferia cittadina bensì all’interno del cuore del centro storico. La fotografia dello scempio è stata scattata alle 11.32 in corso Vittorio Emanuele, davanti alla villa comunale: cumuli di sacchetti – in larga parte carte e cartoni, come previsto dal nuovo calendario varato dall’amministrazione comunale in base alle esigenze della ditta Buttol – abbandonati lungo il marciapiede rendevano difficoltoso perfino il passaggio ai pedoni. Senza trascurare gli «inconvenienti» igienico-sanitari lamentati da diversi commercianti della zona, in particolare i titolari di bar e salumerie. I cumuli sono stati poi rimossi con «estrema calma» dopo l’allarmata telefonata di qualche consigliere comunale, ma in altre zone – a partire da via Circumvallazione – sono rimasti in «bella mostra».
Scatenando proteste e malumori all’interno della stessa maggioranza guidata da Giovanni Palomba. Diversi alleati hanno contestato sia il «lassismo» dell’assessore all’ambiente Raffaele Arvonio – arrivato dal paesino di Cicciano e fino a oggi incapace di organizzare sia il settore Nu sia il settore polizia municipale, in teoria incaricato dei controlli ambientali – sia l’eccessivo «protezionismo» mostrato dalla super-dirigente nei confronti della ditta Buttol. A cui vari consiglieri comunali contestano il mancato rispetto di vari punti-chiave del capitolato alla base dell’appalto da 56 milioni, con conseguenze sotto gli occhi di tutti.
©riproduzione riservata