Entro febbraio verranno pubblicati i bandi dei tre concorsi attesi da tempo nel mondo della scuola: si parte con un concorso straordinario per 24 mila posti “con i vincitori che andranno in cattedra entro il 1 settembre”, poi un concorso ordinario per la scuola secondaria di I e II grado e infine un concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e primaria. “I concorsi verranno banditi dove ci sono posti e non ci sono aspiranti: al sud le graduatorie sono piene, al nord vuote; i concorsi vanno fatti dove c’è bisogno”, ha spiegato oggi il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina su Radio 1. Nelle ore precedenti e successive, il ministro ha incontrato i sindacati della scuola a viale Trastevere per discutere dei contenuti dei concorsi, ma anche per avviare il confronto su abilitazioni, rinnovo del contratto nazionale di lavoro, mobilità e concorso riservato per facenti funzione Dsga, i direttori dei servizi generali amministrativi. Il confronto con i sindacati non è apparso, da quanto si apprende, sempre in discesa.
“Io credo sia difficile individuare una soluzione per il 1 settembre, è importante l’ottimismo della ministra ma la situazione è complessa, spero di poter essere smentita”, ha detto a Radio 1 la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Che ha aggiunto: “Ci aspettiamo una buona programmazione ma con uno sguardo che vada oltre le ideologie o i mantra, quando si parla solo di meritocrazia e di concorso”. “C’è il grande problema dell’assenza di formazione in servizio e di opportunità di abilitazione per il personale che insegna da anni”, ha proseguito la sindacalista, la quale ha ricordato che sono 185 mila i supplenti di quest’anno nella scuola italiana e ben 16.500 i prof che insegnano con la cosiddetta messa a disposizione. Per la ministra Azzolina, “i docenti vanno assolutamente formati e la formazione deve essere obbligatoria”. “Se il ministro vuol parlare di formazione apra subito il contratto”, ha replicato il segretario della Uil Scuola, Pino Turi – la formazione iniziale degli insegnanti è obbligatoria ed è compito dello Stato. La formazione del personale in servizio, invece, rientra nelle prerogative contrattuali e va affrontata in sede negoziale”. Per la titolare del dicastero di viale Trastevere, gli insegnanti devono essere reclutati dalle Regioni; “sono dipendenti dello Stato e devono essere reclutati a livello nazionale”. E tuttavia ha aggiunto che, proprio per venire incontro alle necessità delle Regioni del nord, nel decreto scuola è stata introdotta una norma che dà ragione della continuità didattica: è stato previsto che o prof dovranno restare almeno 5 anni nella stessa cattedra. La Flc Cgil ha sottolineato la “necessità di assumere un impegno chiaro e puntuale sui percorsi abilitanti a regime”, e chiesto “rispetto ai contenuti dei bandi di concorso, l’opportunità di un confronto di merito, nel quale si tenga conto delle nostre richieste, come quella di un’adeguata valorizzazione dell’esperienza”.
Infine, ha chiesto che venga pubblicata una banca dati dei quesiti. Domani intanto il ministero dell’Istruzione renderà note le materie scritte della seconda prova della maturità. “Ci siamo: oggi i lavori sul decreto saranno ultimati, ci sono tutte le materie, le conoscerete a breve”, ha assicurato in un video su fb la ministra rivolta ai circa 500 mila studenti che affronteranno a giugno l’esame di Stato.