Torre del Greco. Un attacco al cuore del «sistema» intorno a cui gira la politica forense all’ombra del Vesuvio. Ha scatenato riflessioni e discussioni il manifesto – a firma dell’avvocato Teresida Carola – affisso all’interno del tribunale di Torre Annunziata, proprio a due passi dalla stanza dell’ordine degli avvocati guidato dal presidente Luisa Liguoro con la costante supervisione dell’ex monopolista della carica, Gennaro Torrese.
A un mese esatto dall’insediamento della commissione pari opportunità all’interno del palazzo di giustizia di via Nazionale, il legale sceso in campo come indipendente e capace di sfondare il muro delle 200 preferenze – terzo risultato complessivo – sottolinea come la «prova di democrazia» andata in scena a fine novembre sia stata mortificate dalle scelte piovute dall’alto per la nomina del presidente e del vicepresidente, rispettivamente individuati in Marilisa Somma e Gennaro Marrazzo.
«Ho condotto una campagna elettorale come indipendente senza l’appoggio delle liste precostituite – si legge all’interno del manifesto, capace di attirare l’attenzione di centinaia di avvocati -. L’approvazione di 211 colleghi su 680 votanti è stata la mia vera soddisfazione, ma questa esperienza professionale ha subito registrato una nota amara: la consapevolezza che il non condividere logiche improntate su dinamiche personalistiche che accantonano gli obiettivi comuni, determina lo svilimento di alcuni principi, primi fra tutti il confronto e il dialogo come motivo di crescita e arricchimento. L’idea di un preconfezionato “podio” all’interno della commissione pari opportunità, mi induce a qualche riflessione, ma al tempo stesso accrescerà il mio impegno con lo stesso spirito da indipendente con cui ho iniziato e proseguirò il mio percorso».
Parole pesanti come macigni, destinate a scatenare nuove fibrillazioni tra i legali insoddisfatti delle «dinamiche personalistiche» imperanti al tribunale di Torre Annunziata.
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