Torre del Greco. «Se il Pd ritiene necessario creare un’alternativa all’attuale squadra di governo cittadino, avvisasse in tempo il consigliere regionale Loredana Raia e i suoi simpatizzanti presenti in maggioranza: così tutti gli alleati del sindaco Giovanni Palomba si potranno regolare di conseguenza». Non si nascondono dietro un dito, Pasquale Brancaccio e Luigi Caldarola. Anzi. Alla vigilia degli «stati generali del centrosinistra» convocati dal segretario cittadino dei dem Salvatore Romano – l’appuntamento è fissato per giovedì 23 gennaio all’interno della sede di via Circumvallazione – i due «alfieri» dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio non perdono l’occasione per stigmatizzare l’ondivago atteggiamento dei vertici locali del Pd.
Pronti prima a incassare nomine e poltrone a palazzo Baronale – in primis, la carica di presidente dell’organo di controllo di gestione attribuita a Mario Altiero e l’incarico di collaboratore del settore ambiente riconosciuto a Catello Esposito – e poi a contestare l’operato della carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle avvelenate elezioni del giugno 2018. «Abbiamo appreso con meraviglia la notizia dell’iniziativa promossa dal segretario cittadino del Pd – la stoccata del politico-ultrà e del soldato di via Lamaria – perché eravamo convinti di avere diversi «simpatizzanti» dei dem all’interno della nostra coalizione».
Chiaro il riferimento alla coppia di avvocati formata da Gaetano Frulio e Luisa Liguoro – entrambi legati a Luigi Mennella, il delfino del consigliere regionale Mario Casillo storicamente a caccia di una candidatura a sindaco – nonché alla dissidente Iolanda Mennella, la partner elettorale dell’ex capo dell’assise Felice Gaglione vicina a Loredana Raia. «Il primo passo per costruire un’alternativa – sottolinea Pasquale Brancaccio – sarebbe la rinuncia a tutte le posizioni politiche portate a casa in 18 mesi. Altrimenti, siamo davanti alle solite chiacchiere da bar». Parole pesanti come macigni, su cui Luigi Caldarola piazza un ulteriore carico da Novanta: «Se l’alternativa a Giovanni Palomba deve essere costruita da chi non è riuscito neanche a presentare la lista in occasione dell’ultima tornata elettorale – l’affondo del fedelissimo del vice coordinatore di Forza Italia in Campania, Severino Nappi – allora il sindaco può dormire sonni tranquilli: governerà Torre del Greco per 10 anni».
Insomma, gli «stati generali del centrosinistra» rischiano di provocare un vero e proprio strappo all’interno della variegata coalizione di palazzo Baronale. E non solo. Perché la riunione voluta da Salvatore Romano – espressione del gruppo guidato da Lorenzo Porzio, ex vicesindaco di Gennaro Malinconico e braccio destro del consigliere regionale Gianluca Daniele – avrebbe scatenato qualche «fibrillazione» all’interno dello stesso Pd di Torre del Greco. Perché non tutti, evidentemente, sono convinti della necessità di prendere le distanze dall’amministrazione comunale proprio a qualche mese dall’avvio della campagna elettorale per le prossime elezioni regionali.
Non a caso, a inizio gennaio, i consiglieri regionali Loredana Raia e Mario Casillo avevano fatto a gara per comparire in prima fila – insieme al governatore Vincenzo De Luca e al sindaco Giovanni Palomba – al taglio del nastro del nuovo centro per l’autismo inaugurato all’ospedale Agostino Maresca. Una «tregua per il voto» ora messa a rischio dagli «stati generali del centrosinistra» capaci già di alimentare malumori e polemiche a palazzo Baronale.
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