Torre del Greco. Oggi il consiglio comunale dovrebbe – il condizionale resta d’obbligo, alla luce dei precedenti «teatrini» andati in scena a palazzo Baronale – approvare l’istituzione di una commissione speciale d’inchiesta sul settore rifiuti. Ma non c’è bisogno di aspettare gli esiti delle indagini dei politici «a peso d’oro» sbarcati in municipio per accertare come – in soli 18 mesi – l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba rischi di passare alla storia per la disastrosa gestione del settore rifiuti. Sia sotto il profilo ambientale – a oggi, la percentuale di raccolta differenziata non supera il 25% – sia sotto il profilo finanziario. Insomma, il danno e la beffa per i contribuenti della quarta città della Campania.
Lo scempio raccolta
A dispetto dell’annunciata rivoluzione del «sistema rifiuti» promosso dal suo predecessore Ciro Borriello – un cavallo di battaglia di Giovanni Palomba già durante la campagna elettorale conclusa con la vittoria al ballottaggio contro Luigi Mele – la carovana del buongoverno non è riuscita, fino a oggi, a cambiare passo. Anzi. Lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio è salito in varie occasioni agli «onori» delle cronache nazionali per i cumuli di spazzatura capaci di trasformare Torre del Greco in una sorta di maxi-discarica a cielo aperto. Circostanza insufficiente a scuotere il primo cittadino, arrivato – davanti ai microfoni di Luca Abete, inviato di Striscia la Notizia – a puntare il dito contro i cittadini, accusati di «mangiare troppo e di produrre, conseguentemente, troppa immondizia». Una battuta infelice, in particolare se si confrontano gli attuali dati della raccolta differenziata con i numeri del passato. Oggi, la quota di riciclata si assesta intorno al 24%. «In realtà si tratta di una stima approssimativa – precisa il dirigente al settore ambiente del Comune, la geologa Claudia Sacco – perché non sono stati inseriti i formulari di dicembre. In linea di massima, la forbice è compresa tra il 20% e il 30%. Ma quest’anno si è registrato un fenomeno completamente nuovo: decine di camion sono stati rispediti indietro, con inevitabili conseguenze in termini percentuali». Giustificazioni a parte, resta la catastrofe: una quota di riciclata così bassa non si registrava dal 2010, a metà del primo mandato di Ciro Borriello. La prima avventura del chirurgo plastico con la passione per la politica alla guida di Torre del Greco si concluse con una percentuale di riciclata prossima al 50%. Poi la caduta verticale durante i due anni targati Gennaro Malinconico e la successiva risalita sempre firmata da Ciro Borriello, poi arrestato per corruzione insieme ai vertici della ditta Fratelli Balsamo. Fino alla picchiata registrata a partire dal giugno 2018 a oggi.
La tassa alle stelle
L’andamento della tassa Nu è stato, invece, inversamente proporzionale alla qualità del servizio di igiene urbana. Oggi l’appalto per la raccolta dei rifiuti costa – al netto degli extra riconosciuti alla ditta Buttol di Sarno, evidentemente «gradita» agli attuali inquilini del Comune – circa 13,5 milioni di euro. Una cifra determinata dal passaggio-fantasma al porta a porta – annunciato per il prossimo 1 febbraio, ma solo in un manipolo di strade della periferia cittadina – e dalla conseguente «infornata» di 25 netturbini, destinati a pesare per sempre sul cantiere Nu di Torre del Greco. A conti fatti, oggi i contribuenti pagano la bellezza di tre milioni di euro in più rispetto al 2012 – anno del primo addio di Ciro Borriello al municipio – e circa un milione di euro in più rispetto al 2017, l’anno della bufera giudiziaria costata le manette all’ex deputato di Forza Italia. Senza entrare nel merito delle modalità di conferimento dei rifiuti: in passato – attraverso le isole ecologiche smantellate da Giovanni Palomba & company – i cittadini potevano depositare qualsiasi sacchetto della spazzatura a qualsiasi ora del giorno. Oggi esiste un apposito calendario – in teoria, perché in pratica nessuno si preoccupa di fare rispettare le ordinanze – e orari (sulla carta)rigorosi. Ma i risultati della «rivoluzione» restano, al momento, disastrosi sotto tutti i punti di vista.
©riproduzione riservata