E’ una signora della musica napoletana, ha da poco pubblicato il suo primo album solista e da 25 anni gira i grandi palcoscenici del mondo come voce storica dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore. Il primo teatro che Barbara Buonaiuto ricorda però è uno stadio, il San Paolo del bomber Beppe Savoldi prima e di Diego Maradona poi, una passione dionisiaca che corre di pari passo con quella della musica. “Da bambina ricordo che quando sentivo parlare di Savoldi mi sembrava si parlasse di un dio. Poi sono cresciuta ed è arrivato Diego, altro che dio, poi il primo scudetto, la città in festa come mai l’avevo vista, un forte senso di comunità e appartenenza”. Barbara da circa un mese ha presentato il suo primo album da solista “8 Canzoni”, dove la sua voce nera emerge in tutta la sua potenza folk e spesso – da assidua frequentatrice dello stadio azzurro – si mescola con i cori della curva B. “La mia prima volta al San Paolo è stata una delle emozioni più forti che ricordo: entrare e trovarsi un muro di persone, tutte lá per lo stesso motivo, mi ricorda il muro di persone che mi trovai davanti quando andai la prima volta al teatro antico di Taormina. Nell’ultimo anno di Sarri (che nomino a fatica) ho anche pianto per l’emozione. Il gioco era spettacolare, proprio bello da vedere. No, non bello. Esaltante! Ho urlato, esultato, cantato tutti i cori, a volte anche a casa. Ora non sto più andando allo stadio, un po’ per mancanza di tempo per via della musica, un po’, anzi, soprattutto perché non accetto il sistema che governa questo gioco. Troppa corruzione, troppe decisioni a tavolino, sempre meno sportività. Però la maglia è sempre nel mio cuore”.
M|MHZ
6 gennaio 2020
Barbara Buonaiuto, voce di Arbore: “Ho pianto per Sarri, ma il calcio mi ha deluso”