Torre del Greco. La «scintilla» era scoccata già a fine novembre, quando Carmine Gentile era ufficialmente rientrato in consiglio comunale al posto del dimissionario Felice Gaglione e – anziché aderire alla lista civica Il Cittadino, a sostegno del sindaco Giovanni Palomba – si era lanciato in una violenta filippica contro il leader della carovana del buongoverno, invitato a chiare lettere a rassegnare le dimissioni dopo un anno e mezzo di fallimenti. Un affondo-kamikaze capace di scatenare la reazione dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio e giustificato da Iolanda Mennella, pronta a tendere subito la mano al successore del suo partner elettorale: un atteggiamento pagato con la revoca in tempi record della delega alle pari opportunità, ma confermato alla prima occasione utile.
Anzi, alla vigilia dell’ultimo appuntamento in aula – fissato per il 20 dicembre, quando l’assise dovrà ratificare una valanga di debiti fuori bilancio – la debuttante di palazzo Baronale, rimasta costantemente ai margini della maggioranza, non ha esitato a rilanciare la «sfida» al primo cittadino e si è presentata al capo dell’assise facente funzioni Antonio Spierto per comunicare la nascita di un «nuovo gruppo consiliare».
Un gruppo capace di scatenare curiosità e interrogativi all’interno della squadra di governo cittadino, a lungo impegnata – in particolare, attraverso l’opera di mediazione dell’avvocato Gaetano Frulio – a convincere Iolanda Mennella a rientrare alla base, senza alcuna «appendice». Perché la «strana coppia» di dissidenti ha manifestato l’intenzione di confluire nella lista Noi per l’Italia, l’ex Udc pronta a scendere in campo alle elezioni del giugno 2018 a sostegno della candidatura a sindaco di Luigi Mele.
Una scelta destinata a passare al vaglio del segretario generale Pasquale Incarnato – diversi esponenti della maggioranza hanno evidenziato l’impossibilità di aderire a una lista non rappresentata in consiglio comunale in numero inferiore a due componenti – ma ugualmente capace di accendere il dibattito politico a palazzo Baronale. Da un lato c’è chi sospetta lo zampino dell’ex assessore di Ciro Borriello – chiamato a fronteggiare la «minaccia» dell’ingresso di Romina Stilo in Forza Italia – e dall’altro chi vede una manovra orchestrata dalle «alte sfere» del Pd per mantenere il piede in due scarpe.
Dubbi destinati a essere sciolti già in occasione dell’appuntamento pre-natalizio in aula, quando sarà chiaro se la «strana coppia» nata dalle dimissioni di Felice Gaglione voterà con la maggioranza oppure con l’opposizione.
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