Torre del Greco. «Sono stato dimenticato per un anno, eppure tutti erano a conoscenza delle mie condizioni di salute. Il sindaco non mi ha mai chiamato, fino alle dimissioni di Felice Gaglione». Quando Giovanni Palomba si è improvvisamente «ricordato» di Carmine Gentile, ex consigliere comunale della maggioranza targata Ciro Borriello e primo nei non-eletti della lista «Il Cittadino». Ovvero, il successore dell’ex capo dell’assise in aula. «Mi ha telefonato per fissare un incontro a casa sua – racconta il «muratore per hobby» di corso Umberto -. Non ci sono andato, ci vedremo direttamente a palazzo Baronale».
E’ amareggiato l’ex esponente del partito socialista e non nasconde la sua delusione: alla vigilia del voto del 2018 venne convinto a scendere in campo con la civica costruita intorno a tutti gli «uscenti» dal consiglio comunale, con l’impegno di non «trainare» le quote rosa. Un patto spezzato proprio da Felice Gaglione e Stefano Abilitato, pronti a trascinare le rispettive partner elettorali Iolanda Mennella e Lucia Vitiello – entrambe successivamente «promosse» in aula – e a tagliare fuori l’ex collega. Un tradimento mai digerito da Carmine Gentile, costretto a riprendere il lavoro di muratore e vittima – agli inizi di agosto del 2018 – di un terrificante volo da un’impalcatura: l’ex consigliere comunale si salvo per miracolo e, grazie a una delicata operazione e a una lunga riabilitazione, si è lentamente ripreso. «Non mi aspettavo di rientrare così in politica, le dimissioni di Felice Gaglione sono state una grande sorpresa: deve essere successo qualcosa di particolarmente grave – la riflessione di Carmine Gentile -. Sinceramente non sono entusiasta all’idea di questa nuova avventura, in questi mesi mi sono reso conto della “modestia” dell’attuale amministrazione comunale».
Se due indizi – l’amarezza per la scarsa attenzione degli ex colleghi e il giudizio sulla coalizione uscita vincitrice dalle turbolente elezioni del 2018 – costituiscono una prova, il posto di Carmine Gentile non sarà in maggioranza: «Assolutamente no – conferma l’ex socialista -. Non avrò la mente “brillante” di qualche consigliere comunale, ma sono in politica da anni: valuterò atto per atto. Bene o male, sono abituato a pensare con la mia testa». Una chiara stoccata al leader della carovana del buongoverno, neanche lontano parente dello «sceriffo» a cui era abituato Carmine Gentile: «Dall’esterno, sembra non decida nulla in prima persona – prosegue il successore di Felice Gaglione – ma venga “comandato a bacchetta” da qualcuno. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: in un anno e mezzo la città sembra essere tornata indietro di vent’anni, a partire dall’emergenza rifiuti mai risolta. L’unico atto di coraggio del sindaco potrebbero essere le dimissioni, stavolta vere e definitive: la città deve tornare al voto, pazienza se dovessi rischiare di restare nuovamente fuori». Parole pesanti come macigni, in attesa del primo «incontro» a palazzo Baronale dopo un anno da emarginato e dimenticato.
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