L’impatto del Reddito di cittadinanza sul mercato del lavoro è “nullo”. Anzi, la misura “invece di richiamare persone in cerca di occupazione, le sta allontanando dal mercato”. A dirlo è l’associazione Svimez, per lo sviluppo del Mezzogiorno, che non ci sta a dividere il Paese in “due blocchi contrapposti e indipendenti: un Nord-produttivo e un Sud-assistito”. Insomma, è il concetto, “la povertà non si combatte solo con un contributo monetario”, serve una rete dietro, un sistema di welfare che provi a far partire tutti dalla stessa linea di partenza. Il premier Giuseppe Conte, primo presidente del Consiglio a parlare alla presentazione di un rapporto Svimez, spiega, però, che per fare un bilancio è troppo presto. Il Reddito “non va valutato in un lasso temporale così breve. Direi che va valutato in un periodo molto più lungo”, è l’invito di Conte. Certo, ammette il premier, “è importante lavorare su quelli che sono i capitoli più complessi di questa riforma, dal punto di vista strutturale e burocratico: formazione e occupazione”. Ma assicura che la titolare del Lavoro, Nunzia Catalfo, già “ci sta lavorando”. I primi risultati “si avranno nei primi mesi del 2020”, garantisce infatti la ministra.
Intanto però Svimez prende le distanze da quella che sarebbe “scorretto”, sostiene nel Rapporto, identificare come “una politica per il Mezzogiorno”. Per risollevare le sorti del Mezzogiorno la strada da imboccare sarebbe quindi un’altra e passa dalla costatazione che al momento il lavoro al Sud è poco remunerato. Così ‘cheap’, da non reggere la concorrenza con misure di assistenza, è il sillogismo che poggia su un dato: al “Sud oltre un quarto degli occupati è a rischio povertà”. Non solo, guardando alla prima parte del 2019 “aumenta la precarietà che si riduce nel Centro-Nord,” e “riprende a crescere il part-time, in particolare quello involontario che nel Mezzogiorno si riavvicina all’80%, a fronte del 58% nel Centro-Nord”.
A farne le spese spesso sono le donne, che hanno un tasso di disoccupazione intorno al 20%, doppio rispetto a quello registrato nel resto del Paese. Una situazione non più accettabile per il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, che annuncia l’arrivo di “un provvedimento ad hoc, shock, per favorire l’occupazione femminile. Una discriminazione positiva del costo del lavoro delle donne, che – spiega – non sia solo temporanea ma durevole”.