Torre del Greco. Non solo una questione politica. Il ritiro delle dimissioni presentate lo scorso 19 luglio dal sindaco Giovanni Palomba potrebbe avere pesanti ripercussioni economiche sulle casse dell’ente di palazzo Baronale. Esattamente fino a 500.000 in dieci mesi, il tempo necessario per tornare alle urne e scegliere un nuovo primo cittadino: un vero e proprio tesoretto, destinato – in caso di dietrofront dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio – a rimpinguare le tasche della casta del Comune, a partire dagli assessori fino agli esponenti di maggioranza e opposizione. Non a caso, davanti alla frenata del mobiliere di via monsignor Felice Romano sull’ipotesi-rientro, la tensione in municipio è improvvisamente salita alle stelle.
Addio e «regalo» al Comune
Dovesse mantenere il punto e confermare in via definitiva le proprie dimissioni, Giovanni Palomba – non certamente un politico costretto a fronteggiare difficoltà finanziarie – farebbe risparmiare all’ente di largo Plebiscito la bellezza di mezzo milione di euro tra «stipendi» agli assessori di una giunta fino a oggi largamente al di sotto della sufficienza e i gettoni di presenza riconosciuti ai consiglieri comunali per la partecipazione a inutili sedute di commissione. Senza dimenticare i rimborsi liquidati alle ditte private presso cui diversi politici sono stati «fortunatamente» assunti dopo l’inizio del mandato. Per avere un’idea delle spese di palazzo Baronale basta guardare il rendiconto economico del mese di giugno: i 24 esponenti di maggioranza e opposizione sono costati 15.000 euro e spiccioli – la riforma promessa da Gaetano Frulio per cancellare la possibilità della duplicazione quotidiana dei gettoni è caduta puntualmente nel vuoto, con buona pace della crociata per i tagli agli sprechi – con qualche «furbetto» arrivato a sfiorare quota mille euro in un mese. Alle somme legate ai gettoni dovuti per il «lavoro» in municipio, bisogna poi aggiungere i costi dei rimborsisti. Un esempio su tutti, il «meno pesante» in termini economici: l’ultima liquidazione alla ditta di abbigliamento presso cui risulta assunta – solo part-time – la baby-politica Annalaura Guarino è stata pagata circa 3.800 euro per due mesi. Arriva a toccare tale cifra ogni mesi il «rimborsista doc» Pasquale Brancaccio, mentre alla neofita Carmela Pomposo – fortunata a trovare impiego a settembre del 2018, a due anni dall’unico precedente lavoro con la Domi Group – vengono legittimamente riconosciute pure le spese di viaggio dalla sua abitazione di Caserta alla casa comunale di Torre del Greco.
Ultimi cinque giorni
Chissà se le valutazioni economiche – accompagnate dalle considerazioni sull’effettiva tenuta dell’attuale maggioranza, letteralmente spaccata in due tronconi – avranno un peso sulla decisione finale di Giovanni Palomba. Perché un eventuale ritorno senza un concreto cambio di marcia per provare a restituire un minimo di vivibilità a una città praticamente abbandonata al proprio destino sarebbe solo un’ulteriore macchia sull’esperienza del figlio d’arte alla guida di palazzo Baronale. Peraltro, una macchia da mezzo milione di euro.
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