CASTELLAMMARE DI STABIA – Un’auto abbandonata, una scia di rifiuti lunga decine di metri, dov’è possibile trovare spazzatura d’ogni genere. In questo stato versa la strada che collega viale delle Puglie, con la collina di Varano. La traversa degli Scavi è una discarica a cielo aperto, un biglietto da visita pessimo considerando che ogni giorno viene percorsa a piedi dai turisti che si recano in visita a Villa Arianna. Il paradosso è che stando alle statistiche dell’amministrazione comunale si tratta della strada che più volte è stato oggetto di bonifiche nei 12 mesi di gestione Cimmino. Le statistiche e i dati, però, lasciano il tempo che trovano e soprattutto lasciano spazio alla realtà desolante di una strada che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello – non fosse altro che l’aspirazione dell’amministrazione è quella di trasformare Castellammare in una città turistica – e invece è in condizioni pietose, ai limiti dell’emergenza igienico-sanitaria. Il problema è che la strada è chiusa al traffico ormai da anni e non si è ancora riusciti a trovare una soluzione per riaprirla. Tutto dipende dalla messa in sicurezza di un costone, che spetterebbe al proprietario di un terreno della zona. Il Comune – stando a quanto filtra da Palazzo Farnese – dopo anni di immobilismo da parte del privato starebbe attivando le procedure per eseguire gli interventi in danno al proprietario. Una mossa finalizzata a riaprire la strada ed evitare che si trasformi in una discarica. Finora il Comune non è riuscito a trovare un sistema per arginare gli incivili che sversano rifiuti. Nemmeno l’installazione di una telecamera è bastata, perché il problema è che a meno che non si tratti di una persona già nota alle forze dell’ordine, diventa difficile risalire all’identità di chi sversa rifiuti, tanto più che essendo una strada quasi al confine con Gragnano, potrebbe trattarsi anche di persone che arrivano da un altro Comune. Intanto, però, la situazione resta complessa perché quella discarica a cielo aperto rende la vita difficile sia ai residenti della zona che ai turisti che si recano in visita a Villa Arianna. «Di chi è la colpa? Non lo so. Mi interessa poco. La colpa è di chi ha sporcato, la colpa è di chi in questi anni l’ha resa un porcilaio, la colpa è di chi non la ripulisce oggi – dice Tonino Scala, consigliere comunale di Liberi e Uguali – Detto questo vorrei che venisse finalmente pulita. L’antica strada, è impraticabile su ogni fronte. Manchevole di ogni decoro urbano, ha reso isolati i cittadini residenti, costretti a respirare aria inquinata, a destreggiarsi tra i precari rami che hanno invaso il manto stradale, a convivere con il rischio di frane. La strada é ormai abbandonata a sé stessa e ciò l’ha resa un terreno fertile per essere mal frequentata di giorno e di notte minando alla sicurezza di coloro che si trovano ad attraversarla o per raggiungere le proprie abitazioni o per raggiungere gli scavi archeologici. Non é infatti da sottovalutare il fatto che essa conduca al sito archeologico di Villa Arianna, ormai mortificato da questa triste cornice». Una situazione che per Tonino Scala è «indecente» e per la quale non basta lo «scaricabarile», perché l’unico obiettivo in questo momento dovrebbe essere quello di «ripulirla». Museo nella Reggia di Quisisana Rush finale per la convenzione La firma della convenzione con la Soprintendenza per l’istituzione del Museo di Stabia nella Reggia di Quisisana, prima di Ferragosto. L’amministrazione comunale prova a dare un’accelerata al protocollo che sancirà finalmente il rilancio di Palazzo Reale, attraverso l’esposizione dei reperti dell’antica Stabiae. Nella giornata di domani è in programma un incontro tra i legali del Comune e gli avvocati della Soprintendenza per sancire i contorni dell’accordo. Qualora dovesse arrivare il via libera e non verrebbero richieste ulteriori modifiche per la convenzione, si potrebbe procedere con la firma. E a quel punto l’amministrazione comunale spingerebbe per fissare l’incontro prima di Ferragosto. Nell’ultimo incontro sono state definite due importanti novità: la prima riguarda l’accordo per l’istituzione di un ticket d’ingresso nel futuro museo, che prevederà anche una royalty a favore del comune di Castellammare; la seconda invece riguarda l’accordo per quei reperti che non saranno esposti nel Museo, ma saranno sistemati in un deposito sempre all’interno della Reggia e quindi tolti dall’Antiquarium. Sia l’intenzione della Soprintendenza che dell’amministrazione comunale sembra quella di voler riportare alla luce quella collezione di circa 8mila reperti rimasta chiusa nell’Antiquarium per oltre 22 anni. Un patrimonio che per gran parte andrà a costituire il museo di Stabia che stando alla volontà dell’amministrazione sarà dedicato a Libero D’Orsi, archeologo ed ex preside della scuola media Stabiae, che contribuì ad avviare nel 1950 l’attività di riesplorazione delle ville romane. Intanto, si appresta a cambiare nome anche il viale degli Ippocastani. La giunta comunale ha dato il via libera alla proposta della commissione toponomastica che sostiene l’intitolazione della strada che conduce alla Reggia di Quisisana, a re Roberto D’Angiò, conosciuto come il Re Saggio. Secondo gli esperti che hanno studiato la storia della città, la dinastia angioina aveva scelto Castellammare come la capitale estiva del Regno di Napoli arrivando persino a ipotizzare che Re Roberto D’Angiò ospitasse a Palazzo Reale artisti del calibro di Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio e Giotto.
Tiziano Valle
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