Tre giovani fratelli, una macelleria e una buona idea: c’è questo alla base del fenomeno Da Gigione, l’hamburgeria più innovativa e, perché no, “figa” dell’intero panorama campano. È il 2013 quando Gennaro, Raffaele e Alberto Cariulo decidono di entrare in campo con decisione al fianco del padre Luigi – detto Gigione, appunto – per rivitalizzare l’attività di famiglia, la macelleria all’epoca sita in via Trieste, a Pomigliano d’Arco. L’ispirazione viene a Gennaro, dopo un viaggio a Milano che si rivelerà fondamentale. L’intuizione è di quelle semplici: far diventare la macelleria anche una hamburgeria take-away. Le persone iniziano a gradire, il locale inizia a spingere sulla qualità dei prodotti, anche per quanto riguarda il beverage con vini e birre notevoli, e il gioco è fatto. In poco tempo si crea un’ottima nomea tra gli appassionati, che per le proprie cene frugali – ai tavolini in loco o da asporto – scelgono il panino di Gigione. Nel gennaio 2015, la svolta: i Cariulo danno i natali a una nuova sede, più grande e più curata anche esteticamente, in via Roma, sempre a Pomigliano. Il nuovo locale diventa un punto di riferimento, per i clienti affezionati prima, per quelli di tutta la regione, poi. Con il passare del tempo, il locale si è saputo aggiornare con senno, non cristallizzandosi una volta raggiunta la notorietà e ricevuti gli apprezzamenti del cliente medio e della critica; anzi, essi sono stati il carburante per dar vita a una macchina – quasi – perfetta. Nel 2018, la storica sede di via Trieste è stata soppiantata da un nuovo locale, sito in via Passariello, dall’altro versante della Villa Comunale: spazi più ampi, posti a sedere, un look più fresco e celle per la frollatura delle carni a vista. Quivi, la proposta è incentrata sul panino e più improntata alla golosità, all’immediatezza dei sapori, corroborate da una buona selezione di vini e birre. La sede di via Roma, invece, è focalizzata sulla ricerca avanguardistica. Il menu principia con i cocktail di Nino Siciliano dello Speakeasy Cocktail Bar. Gli antipasti sono centrati e variegati: si passa dal quinto quarto fritto – durante l’ultima visita servito con caviale – al “Fake Ramen”, un omaggio alla tradizione orientale. In carta figurano, dunque: taglieri di salumi e formaggi; insalate componibili dall’avventore; carni – anche tartare – al piatto. Il “core” dell’attività è però ovviamente il panino, permeabile alla tradizione più immota tanto quanto alle contaminazioni più spinte. Alcuni, come “Riccio e Nocciola” e “Gambero e Burrata”, sono veri e propri esercizi di tecnica; splendido il Gua Bao “Kumquat e Caviale”. Sapiente l’armonia del “Salmone e Prugna”, provato durante l’ultima visita e ‘sì composto: pane ai canditi; hamburger di Marchigiana IGP; formaggio spalmabile di capra; salmone fumé; prugne; aneto; verdure di stagione appassite. Infine, oltre agli hot dog e ai panini da comporre autonomamente, a menu troviamo birre artigianali provenienti da tutto il mondo, vini di pregio e i gustosi dolci della Pasticceria Antignani, anch’essa di Pomigliano. Anche il servizio migliora di visita in visita. Imperdibile.
CRONACA
23 maggio 2019
Gusto: nel regno dei Cariulo. I panini diventano delizie