MILANO – “Non l’ho investito io, quando sono passato il corpo era già a terra, io sono passato dopo l’investimento”. Così, in sostanza, come riferito dal suo legale Emilio Coppola, un giovane ultrà napoletano, che era alla guida di una delle auto sequestrate della ‘carovana’ dei tifosi partenopei che transitò in via Novara, si è difeso nell’interrogatorio in Questura a Milano, davanti al pm Michela Bordieri, titolare dell’inchiesta sugli scontri di Santo Stefano, prima di Inter-Napoli, in cui perse la vita Daniele Belardinelli, travolto da una o due macchine. Il giovane, indagato per rissa aggravata e omicidio volontario (reati contestati a tutti gli indagati nell’inchiesta) e che guidava un’Audi con a bordo altri amici ultras, come ha spiegato l’avvocato, oggi “ha ribadito la versione” resa davanti agli investigatori a Napoli, ossia che la sua macchina passò dopo l’investimento e lui vide “il corpo già a terra”. E ha fornito, secondo il difensore, anche “una serie di precisazioni”, chiarendo che “mai avrebbe potuto immaginare l’agguato dei tifosi interisti prima di arrivare allo stadio”. Sono stati ascoltati anche gli altri passeggeri dell’Audi ma, ha aggiunto il legale, “come persone informate sui fatti”. L’Audi, ha spiegato ancora l’avvocato, “è stata consegnata spontaneamente alla polizia dal mio assistito il 7 gennaio scorso”. Le indagini si stanno concentrando sull’Audi e su un’altra macchina, una Renault Kadjar, ma l’autista di quest’ultima, da quanto è stato riferito, non si è presentato per rendere l’interrogatorio. Il 4 febbraio scorso, a Napoli si sarebbero dovuti svolgere gli accertamenti tecnici irripetibili sulle cinque auto sequestrate, ma i legali hanno chiesto al gip di effettuare le analisi scientifiche con la formula dell’incidente probatorio e includendo anche una macchina della polizia che era in via Novara quella sera. Incidente probatorio, ha concluso il legale, “che deve essere ancora fissato”.
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1 marzo 2019
Tifoso morto: ultrà napoletano ai pm, “Non l’ho investito io, quando sono passato il corpo era già a terra”