Napoli. Il richiamo di Carlo Calenda all’unità costruttiva, attraverso una lista non “contro” ma “per cambiare l’Europa”, è un messaggio fondamentale e anche la direzione giusta da seguire. Soprattutto perché, questa volta, la decisione sarà tra stare in Europa o subire una deriva ad altissimo prezzo per i cittadini, come dimostra la vicenda della Gran Bretagna di questi giorni. Il Partito Democratico, partendo dal lavoro e dall’esperienza dei suoi parlamentari europei, può e deve farsi forza riformatrice – perché l’Europa va rifondata e non distrutta, come alcune forze politiche irresponsabilmente sostengono. È necessario rifondare l’Europa politica e del mercato comune, rinnovando, rafforzando e sostenendo un programma sociale di maggiore integrazione, inclusione ed equilibrio dei diritti sociali e più concentrato sulle disuguaglianze tra cittadini e territori.Ma tutto questo non sarà sufficiente: è necessario che gli eletti dichiarino a quale famiglia politica europea intendono aderire. Perché il Parlamento dell’Unione non è fatto di aggregazioni nazionali, bensì di grandi famiglie politiche, ed è solo dichiarando prima dell’elezione quale sarà l’appartenenza, a quale programma e a quale progetto, che si potrà effettivamente incidere sulla politica europea. Non bisogna chiudersi in un fronte o una dimensione nazionale, ma aprirsi al confronto e alle alleanze più larghe in Europa, scegliendo la propria famiglia di appartenenza. Come eurodeputati, in questi anni, abbiamo condiviso programmi e battaglie con quella dei Socialisti e dei Progressisti europei: questa scelta va confermata, costruendo a livello europeo un campo ampio, democratico e progressista, di forze in grado di aprire una nuova stagione politica di rifondazione dell’Europa.
politica
20 gennaio 2019
Europee, Cozzolino lancia il Pd: «Forza riformatrice per un’Europa de rifondare»