Sapeva di avere le ore contate. Sapeva che i poliziotti gli stavano con il fiato sul collo. L’identikit c’era, la sequenza ricostruita dagli agenti grazie all’attività investigativa, alle immagini e alle testimonianze delle due vittime, anche. Ed è per questo che dopo il raid, il 18enne, Michele Colonia, aveva deciso di lasciare la città. Fortàpasc non poteva assicurargli l’anonimato. Lo scugnizzo di “buona” famiglia che voleva dimostrare la sua forza impugnando una pistola non poteva cavarsela così. Anche perché il suo cognome non era di certo uno qualunque. Suo padre, Giovanni Colonia in carcere. Sua madre Lucia Gallo, parente di Francesco Gallo, il ras del Penniniello. Lui, giovane cresciuto nei vicoli della camorra, di via Oplonti, sentinella nei rioni dove le uniche cose che vedono i ragazzini della sua età sono lo spaccio e le armi. Sabato scorso, il 18enne una di quelle armi l’ha impugnata e ha fatto fuoco nella pescheria di via Roma, o’ Vangelista.
Giovanna Salvati