NAPOLI (Marina Cappitti) – In piazza contro i tagli alla scuola e contro il Governo del Cambiamento che non ha mantenuto le sue promesse. Un fiume colorato di circa tremila studenti, arrivati da tutta la provincia di Napoli, ha invaso ieri le strade del centro della città. Musica, qualche fumogeno, alcuni con i volti coperti ed altri con la faccia e le mani dipinte di rosso, come il sangue, per denunciare l’odio e la repressione. Insieme a loro anche gli attivisti dei centri sociali, i disoccupati e i movimenti per il diritto alla casa. Ad aprire il corteo il fantoccio con il volto di Luigi Di Maio da una parte e di Matteo Salvini dall’altra, entrambi imbrattati di vernice rossa.
I volti del corteo e la promessa infranta
“Abbiamo voluto rappresentare la contraddizione di questo Governo e il suo approccio con noi studenti. Mentre Salvini ci ha criminalizzato, Di Maio ci ha voluti ascoltare ma ci ha solo presi in giro” spiega Alfonso Romano, studente di Scafati, mentre spinge il manichino lungo Corso Umberto, senza fermarsi un attimo. Dopo la mobilitazione studentesca del 12 ottobre in tutta Italia, il vicepremier pentastellato ha incontrato infatti l’Unione degli Studenti presso il Ministero dello Sviluppo Economico. “Gli abbiamo portato le nostre riforme per la scuola e ci ha promesso dei fondi che invece non sono arrivati. Sono vent’anni che andiamo avanti così” continua Alfonso, mostrando le braccia del fantoccio con le foto di Letizia Moratti, Matteo Renzi e Mariastella Gelmini. “Questo doveva essere il Governo del Cambiamento ed invece è il Governo del manganello che continua ad escludere i più poveri e a non garantire i diritti degli studenti”.
I ragazzi del liceo di Di Maio
La rabbia e la delusione è ancora più forte tra i ragazzi di Pomigliano d’Arco, la città del vicepremier, i più numerosi. “Di Maio è stato rappresentante d’istituto proprio nella mia scuola – racconta Luca Iuliano del liceo classico scientifico Imbriani e coordinatore dell’Unione Studenti a Pomigliano d’Arco – e conosce bene la situazione dei nostri istituti. Studiamo in palazzi privati pagando milioni di euro quando c’è il progetto Cittadella scolastica che non è mai stato portato avanti. Ma soprattutto studiamo in aule fatiscenti con soffitti e muri che ci crollano addosso. Ci ha incontrati, ci ha fatto promesse e alla fine ci ha preso in giro”. “Già. Ci ha assicurato investimenti per il diritto allo studio e l’edilizia scolastica ed invece poi hanno tagliato ancora” rimarca Stefano Barbano anche lui studente di Pomigliano d’Arco al liceo Imbriani.
Il Governo del Cambiamento: altri tagli
“La legge di bilancio presentata una settimana dopo quell’incontro – spiega Manuel Masucci, coordinato regionale dell’Unione degli Studenti Campania – presenta altri 50 milioni di tagli alla scuola, questo mentre un istituto su due in Campania è a rischio crollo e nell’alternanza scuola-lavoro gli studenti vengono solo sfruttati, mandati a lavare piatti o raccogliere pomodori. Noi chiediamo accessibilità reale alla formazione con una legge nazionale, che oggi non esiste, sul diritto allo studio per garantire borse di studio, servizi e abolizione delle tasse”.
Gli striscioni e il ministro Lezzi
Partiti sia da piazza Garibaldi che da piazza del Gesù – in concomitanza con altri cortei a Torre del Greco, Salerno e in tutta Italia – gli studenti hanno esposto lo striscione “La vostra sicurezza? Manganelli e scuole che cadono a pezzi” a piazza Borsa, ricordando il ragazzo di 15 anni ferito al volto da un manganello durante la visita di Matteo Salvini a Napoli. “Non ci fate paura – hanno gridato al megafono – noi continueremo a manifestare contro la violenza, la repressione e il razzismo”. Hanno tentato di entrare nell’aula magna dell’Università Federico II, blindata dagli agenti, dove ieri era presente il ministro del Sud, Barbara Lezzi. “I ragazzi protestano perché le scuole cadono a pezzi ed hanno ragione – ha commentato –. Eppure i fondi ci sono e sarebbe interessante sapere perché non sono stati spesi, forse perché questi tipo di lavori non hanno un ritorno elettorale immediato”. Infine hanno affisso lo striscione “Alla vostra sicurezza Napoli si ribella, studenti in agitazione permanente” fuori al teatro San Carlo dove si è tenuta la kermesse “Sicurezza e legalità” organizzata dalla Regione Campania con il presidente Vincenzo De Luca e il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. I manifestanti, infatti, hanno protestato anche in difesa dell’ambiente dopo l’annuncio di Salvini di costruire un inceneritore in ogni provincia della Campania e contro le politiche di sicurezza del Governo. “Più fondi per la scuola, no inceneritori, un piano bonifiche e controlli serrati sui territori contro la devastazione ambientale” le richieste gridate con tutto il loro fiato. E che forse resteranno, ancora una volta, inascoltate.