E’ stato condannato in via definitiva perché accusato di essere il capo-promotore di un’associazione a delinquere di stampo mafioso, per vendita di stupefacenti ed estorsione aggravata. Ma nonostante i 24 anni di carcere accumulati nel corso dei vari processi, le condanne «non possono essere eseguite ». Tutta colpa, secondo gli avvocati, di un clamoroso errore dei giudici. Protagonista dell’incredibile intrigo giudiziario non un delinquente qualunque, ma Ciro Figaro, ex latitante nonché figura di punta del clan Mazzarella, cosca con base e interessi anche all’ombra del Vesuvio. Dopo 3 anni nell’ombra, l’ex primula rossa della camorra napoletana viene arrestato, nel 2010, a Malaga. Si era rifugiato in Spagna per sfuggire a un provvedimento cautelare. Poco dopo viene estradato in Italia per affrontare i processi che lo vedono imputato con l’accusa – tra le altre – di essere un boss dei Mazzarella e di aver imposto la legge del pizzo a un imprenditore edile di Ercolano. L’estradizione, però, viene disposta solo per un titolo di reato: l’appartenenza al clan. E così qualche mese fa l’avvocato di Figaro – difeso da Alessandro Pignataro – ha deciso di presentare un ricorso dai contorni clamorosi, chiedendo l’immediata scarcerazione. Secondo la difesa, infatti, sarebbe stato violato il principio di specialità stabilito per chi viene estradato. In parole povere il boss non dovrebbe scontare le pene incassate per gli altri reati contestati proprio perché è stato estradato solo per l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Il primo ricorso, presentato ai giudici della Corte d’Appello, però, non va a buon fine. Per i magistrati Figaro deve restare in cella in virtù di una precedente scarcerazione. Ma i legali del pluri-pregiudicato di Napoli non mollano la presa e decidono di presentare un nuovo ricorso, stavolta davanti ai giudici della Cassazione. E’ l’ultima spiaggia per l’ex latitante. Nei giorni scorsi il clamoroso verdetto. La Suprema Corte decide di annullare, con rinvio a diversa sezione della Corte d’Appello, il verdetto emesso qualche tempo prima dai giudici napoletani. Una decisione che potrebbe aprire scenari clamorosi, dando il via libera alla possibile scarcerazione dell’ex latitante. Adesso bisognerà, però, attendere le motivazioni della sentenza e capire su quali punti la Cassazione ha disposto un nuovo giudizio in merito all’istanza di scarcerazione.
CRONACA
6 novembre 2018
Camorra: deve scontare 24 anni di cella. Ma un errore salva l’ex latitante