Napoli – Quella di Gallo è stata un’uscita infelice: i consiglieri regionali del M5S contano, il confronto ci sarà e faremo di tutto per evitare la chiusura delle piccole realtà editoriali locali che avvantaggerebbe solo i grossi gruppi editoriali”. Appena letta l’intervista rilasciata a Metropolis il consigliere regionale del M5S,Vincenzo Viglione è stato il primo a telefonare al presidente della Commissione Cultura alla Camera, il grillino Luigi Gallo per chiedere spiegazioni.I consiglieri regionali pentastellati non “hanno il credito”: queste le parole del deputato, riferendosi alla posizione espressa dai suoi colleghi in Regione sul taglio dei contributi all’editoria.Taglio annunciato dal sottosegretario grillino all’Editoria, Vito Crimi e che condanna i giornali locali, editi da cooperative di cronisti, che alle spalle non hanno né imprenditori, né politici .“Voglio credere, come mi è stato risposto al telefono, che non ci fosse malafede, che si riferisse al fatto che non siamo direttamente collegati nella manovra, nel senso che non decidiamo in prima persona. Insomma una frase mal riuscita – aggiunge Viglione –, forse anche a causa del clima di pressione che si respira a Roma”.In queste ore la Tap e il condono dividono il Movimento. Tanto che ieri il vicepremier Luigi Di Maio con un lungo post su Fb è dovuto intervenire in prima persona per dire ai suoi di essere “come testuggine”, uniti. Di accettare le decisioni di Roma, senza divisioni e fibrillazioni. Le crepe ci sono quindi ed anche in merito ai tagli all’editoria. I consiglieri regionali non sposano la linea espressa da Gallo e da Roma.“Noi ribadiamo – spiega ancora il consigliere e componente della commissione anticamorra – che occorre un’analisi precisa e spingeremo i parlamentari del M5S ad una ricognizione attenta degli effetti che possono avere i tagli. Inoltre non possiamo limitarci a ragionare che la carta stampata è datata, perché in rete vi è una giungla che non sempre lavora in maniera dignitosa”. Ma per Gallo i giornali di carta invece sono paragonabili a motori a scoppio. “Altroché – ribatte il consigliere grillino, Michele Cammarano – da sempre sostengo che le testate locali hanno un contatto ed un legame con il territorio forte e capillare, le uniche con cui abbiamo anche maggiore dialogo”. Ma a quanto pare la posizionedei consiglieri regionali conta per i giornali locali, ma non a Roma. “Non abbiamo credito? Ma abbiamo un’opinione ascoltabile e abbiamocontezza delle realtà locali, motivo per cui il nostro contributo è importante per capire quale sia la via migliore da intraprendere sul tema dei tagli, come su altri”. “Come si guadagnano questi crediti?” replica scherzando il consigliere regionale pentastellato,Maria Muscarà.“Prendiamola a ridere, ma ci sarebbe da arrabbiarsi”. Già perché nel Movimento uno vale uno, si dice. “Ma poi non abbiamo crediti nei confronti di chi? – continua – . Il gruppo regionale del M5S resta fermamente convinto che con i tagli e la chiusura dei piccoli giornali si avvantaggeranno i grossi gruppi editoriali, che resteranno unici anche nella raccolta pubblicitaria, avranno il monopolio dell’informazione e continueranno a sottopagare i giornalisti”.Motivo per cui Muscarà annuncia che non sarà fatto alcun passo indietro. “Manterremo aperta in maniera forte un’interlocuzione con Crimi per ribadire la nostra posizione”. Sperando, sempre, vengano ascoltati. “I consiglieri regionali contano, ricordiamo che ognuno conta nel Movimento: non ci sono gerarchie” sottolinea il capogruppo regionale del M5S, Gennaro Saiello.“I tagli ai contributi all’editoria hanno un senso se li applichi ai grossi gruppi editoriali, questa è la battaglia. Ma se invece significano non tutelare la pluralità dell’informazione e le piccole realtà locali editoriali creiamo un danno irreparabile soprattutto in termini di lavoro”. Ma Gallo è convinto che le piccole testate locali possano reggere anche senza contributi, magari con la pubblicità sul web. “Se hai le spalle forti puoi reggere, ma non se sei un piccolo giornale, bisogna rendersene conto. Noi dobbiamo solo premiare quelle realtà editoriali locali che coi contributi hanno assunto, creato lavoro e non precariato”.Invece con questa manovra, è l’allarme della Fnsi, migliaia di posti di lavoro sono a rischio. “La partita non è ancora chiusa – conclude Saiello -, faremo sentire la nostra voce a Roma”.Il presidente della Commissione Cultura considera i giornali come auto col motore a scoppio. Posizione di disprezzo contestata dagli eletti in Regione
CRONACA
30 ottobre 2018
I consiglieri regionali 5S: «Gallo, un’uscita infelice Noi in trincea coi giornali»