Elezioni – Si torna al voto per scegliere il sindaco a Castellammare, Torre del Greco e San Giuseppe. E lo si fa tra veleni, indagini e ombre di condizionamenti. A Torre del Greco c’è un’indagine con otto indagati, a San Giuseppe gli investigatori valutano ipotesi di reato legate alla distribuzione di pacchi spesa. Castellammare, invece, vive l’angoscia della ingovernabilità, con l’ombra della compravendita di preferenze al primo turno.
Castellammare di Stabia
Il quarto sindaco in otto anni. Castellammare si prepara ad accogliere a Palazzo Farnese il nuovo primo cittadino, che emergerà dall’esito del ballottaggio tra Gaetano Cimmino e Andrea Di Martino. Gli stabiesi sono chiamati al voto oggi tra le ore 7.00 e le ore 23.00 presso le 65 sezioni del Comune di Castellammare di Stabia per scegliere chi dovrà raccogliere l’eredità di Antonio Pannullo e indossare la fascia tricolore. Cimmino, candidato sindaco della coalizione di centrodestra, ha raccolto al primo turno il 32,5% delle preferenze con le sue sette liste, acquisendo con margine il diritto di accedere al ballottaggio. Di Martino, candidato sindaco delle otto liste del grande centro, grazie al 22,3% dei consensi è riuscito a sopravanzare Massimo de Angelis per una manciata di voti e guadagnarsi l’accesso alla volata finale. Poco più di 3mila voti hanno separato al primo turno i due contendenti, ma a fare la differenza potrebbero essere gli elettori dei candidati esclusi, che dovranno decidere se esprimere la preferenza e a chi concederla. La campagna elettorale è stata turbata da ben tre inchieste relative al voto di scambio. La prima denuncia fa riferimento a pacchi alimentari che potrebbero essere stati distribuiti in cambio dei voti, ma all’alba della prima tornata elettorale le schede fotografate da due elettori nel seggio 44 del Cicerone e alcuni movimenti sospetti nel rione Cmi sono finiti al centro di altre due indagini e di un’interrogazione parlamentare promossa da Liberi e Uguali.
Torre del Greco
La quarta città della Campania arriva al ballottaggio dilaniata dai veleni legati all’ombra di brogli e voti di scambio: oggi Giovanni Palomba – sostenuto da 7 liste civiche – e il leader locale del centrodestra Luigi Mele si contenderanno la fascia tricolore lasciata a metà agosto dall’ex sindaco Ciro Borriello in un clima di generale sfiducia. L’incubo astensionismo – già registrato al primo turno, quando alle urne si è recato solo il 58% degli aventi diritto al voto – resta elevatissimo e potrebbe risultare decisivo ai fini della vittoria finale: Giovanni Palomba parte con un ampio margine di vantaggio – al primo turno il capo della cosiddetta carovana del buongoverno ha sfondato il muro del 35% di preferenze – ma Luigi Mele, complice la doppia visita in cinque giorni del vice presidente della camera Mara Carfagna, spera in un miracoloso recupero in extremis. Sullo sfondo, l’inchiesta scattata al termine del primo turno con otto presunti «galoppini» di candidati al consiglio comunale indagati dalla procura di Torre Annunziata con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa delle operazioni di voto. Accuse rese ulteriormente pesanti dalla presenza – all’interno dell’elenco degli iscritti nel registro degli indagati – dell’erede di un boss ucciso durante gli anni di piombo della faida tra clan di Ercolano e Torre del Greco. Insomma, al ballottaggio si arriva tra veleni e tensioni e il voto di oggi potrebbe non essere l’ultima puntata della tormentata storia delle elezioni 2018 all’ombra del Vesuvio. San Giuseppe Vesuviano
La resa dei conti dopo due settimane di accuse e veleni. San Giuseppe Vesuviano torna al voto per scegliere chi sarà il nuovo sindaco tra Antonio Agostino Ambrosio e Vincenzo Catapano, entrambi ex amministratori della città del commercio. Seggi blindati in vista del turno elettorale supplementare, saranno rafforzati i controlli da parte delle forze dell’ordine nei quartieri particolarmente a rischio. Anche in quelli finiti al centro di un esposto presentato da uno dei due candidati alla carica di sindaco – Antonio Agostino Ambrosio – che ha gettato ombre e sospetti sul suo avversario politico. Il clima nella città del commercio è diventato sempre più teso, tra accuse su un presunto giro di pacchi spesa in cambio delle preferenze da una parte e annunci di querela dall’altra. Catapano parte con i favori del pronostico, dopo aver sfiorato la vittoria al primo turno dove ha portato a casa il 46.2% delle preferenze totali. Il suo avversario ha lanciato l’operazione rilancio, due domeniche fa ha conquistato il 19.2% dei voti totali. Entrambi sono arrivati alle elezioni sostenuti da una coalizione formata da 9 liste civiche. Nel corso degli ultimi 15 giorni Antonio Ambrosio ha chiesto agli altri candidati di appoggiarlo.