Napoli – In Campania un bambino su quattro tra gli 8 e i 9 anni e in sovrappeso, il 17.9% e’ obeso, secondo i dati diffusi da Okkio alla Salute. E quando si parte da bambini in questa condizione, e’ facile avere futuri adulti non in buona salute. E’ possibile prevenire l’obesita’ infantile? Con quali strumenti conciliare educazione alimentare e un corretto stile di vita? Il difficile contesto economico aggrava i problemi? La dieta mediterranea e’ uno scudo contro l’obesita’ sin dallo svezzamento? Questi i temi al centro dell’incontro “Sapere quali regole seguire a tavola nei primi anni di vita”, il quinto appuntamento del ciclo “Donne che sanno” che lunedi’ 14 maggio ha visto riuniti a Napoli nei locali della Societa’ di Storia Patria al Maschio Angioino tecnici ed esperti della nutrizione. Fra i protagonisti dell’incontro, come i precedenti organizzato dal “Fondo Mario e Paola Condorelli” e da L’Altra Napoli, Gina Bonsangue dell’Associazione dei Cristallini; Luigi Corrivetti, vicepresidente EBRIS e direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno e Raffaella de Franchis, referente per la Dieta Mediterranea Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Ha moderato i lavori Antonio D’Avino, segretario provinciale FIMP Napoli. Quindi le domande del pubblico e le conclusioni affidate a Celeste Condorelli. “I 1000 giorni di vita che iniziano dal concepimento -ha detto la dottoressa De Franchis – sono fondamentali perche’ si pongono le basi del bagaglio di salute del bambino e della prevenzione del diabete e dell’obesita’ e gia’ forniscono un “imprinting” sui futuri sapori del nascituro. Spesso le mamme, una volta dimesse dall’ospedale, hanno paura di mangiare molte cose e anche il bambino non avra’ traccia di quel sapore. Importante non utilizzare il miele sui biberon e tettarelle o sostanze dolcificanti, perche’ si allontanano i bambini dai sapori “amari” come cavolo, broccoli, che sono quelli piu’ salutari”. “Buone regole – ha aggiunto la pediatra – sono non dare i pasti davanti la televisione, non utilizzare il cibo come ricompensa e fare un utilizzo limitato di proteine: la quantita’ di proteina (carne e pesce) nei primi 3 anni di vita incidono sulla predisposizione all’obesita’. Le giuste quantita’ ad un anno di vita sono 30 gr carne e 40 gr pesce che aumenta di 10 gr a due anni. Inoltre gia’ dallo svezzamento si possono utilizzare alimenti ritenuti dai piu’ allergizzanti, quali frutta secca, legumi che invece possono essere inseriti nelle giuste dose e modalita’. Per le merende si consiglia frutta, cioccolata fondente, frutta secca, biscotti secchi”. Naturalmente la via piu’ naturale ed economica e’ anche quella meno seguita. Con l’aggravante di alcuni dati che destano preoccupazione, come quelli forniti dal dottor Corrivetti. “Per la prima volta nella storia della specie umana – denuncia – l’attesa di vita dei nostri figli sara’ piu’ corta di quella di noi genitori. Il paradosso e’ ulteriormente accentuato dal fatto che spendiamo circa 60 miliardi di euro per ipernutrirci, altri 30 in messaggi dei mass media per convincerci a mangiare cibo ipercalorico e 45 miliardi in attivita’ fisiche o diete speciali per perdere il peso eccessivo causato da una alimentazione sbagliata. Nel frattempo, nei Paesi in via di sviluppo bambini continuano a morire di malnutrizione e basterebbero solo 40 miliardi di euro per fermare questa piaga. Senza contare il fatto che circa il 40% del cibo ipercalorico che produciamo viene buttato via come produzione eccessiva”. Tutti i contrasti venuti alla luce nel corso del dibattito, sono particolarmente riscontrabili nell’azione che da dieci anni La Casa dei Cristallini svolge nel rione Sanita’ a Napoli, dedicata ai bambini e alle mamme del quartiere. “In una delle aree piu’ interne del quartiere Sanita’ – ha raccontato Giulia Bonsangue – quella denominata dei Cristallini, si vive in condizioni economiche e sociali di particolare difficolta’. “. Il corretto stile di alimentazione fin dal concepimento si intreccia con problematiche economiche che specie nel Sud richiederebbero interventi educativi accessibili con operatori sociali e sanitari sempre piu’ intensi per superare false credenze e errate abitudini di vita e recuperare i vecchi sapori della dieta mediterranea che pur esistono ancora nella tradizione delle famiglie.
CRONACA
15 maggio 2018
Obesita’ infantile in Campania, l’allarme dei pediatri