A poco più di un anno dal rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione di stampo mafioso e tentata estorsione, si è aperto ufficialmente il processo a carico di Alfonso Cesarano, imprenditore 59enne di Castellammare di Stabia. L’accusa è gravissima: Cesarano, secondo gli inquirenti, avrebbe favorito il clan D’Alessandro – la cosca con base nella città stabiese – mettendo a disposizione dell’organizzazione criminale di Scanzano un suo albergo situato nel centro della città per i summit di camorra. Incontri ai quali avrebbero preso parte anche alcuni latitanti legati alla dinastia criminale fondata da Michele D’Alessandro. Nel mirino anche un’estorsione che l’imputato avrebbe commesso ai danni di un imprenditore del settore delle pompe funebri. Un uomo di Torre del Greco “costretto” – secondo l’Antimafia – a pagare 1.000 euro per il trasporto di una salma da Castellammare di Stabia a San Giorgio a Cremano.
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