Denunciato per stupro, e ora arrestato per spaccio di droga. Non è il classico “bravo ragazzo” il presunto autore della violenza sessuale ai danni di una ragazzina di appena 15 anni, consumatasi venerdì sera. Sulla vicenda, denunciata alle forze dell’ordine dal padre della ragazzina, vige ovviamente il massimo riserbo vista la delicatezza della situazione. La ragazza, visitata subito dopo la violenza, all’ospedale San Leonardo di Castellammare; i campioni biologici prelevati sono stati poi esaminati nel laboratorio di quello di Boscotrecase, dove però – al momento – non sarebbero ermersi elementi sufficienti a confermare la violenza subita. Il che, ovviamente, non è sufficiente a dimostrare che non ci sia stata.
Nel frattempo, il presunto stupratore è stato arrestato, ma per altro.
Dopo ‘Clean 2’, nel Piano Napoli di via Passanti Scafati era calato il sipario. La maxi operazione dei carabinieri del 2016 aveva smantellato, pezzo per pezzo, quello che fu definito il supermarket dello spaccio attivo h24 e messo in piedi tra gli isolati 25, 26, 27 e 28 delle palazzine popolari. Finirono in manette oltre 21 persone, pusher di professione e persino minorenni. Tra questi c’era anche L.M., oggi appena 18enne, che con quel mondo non ha mai troncato. Evidentemente la lezione non gli è bastata.
Non è bastato il periodo trascorso negli istituti penitenziari per minori, da dove entrava e usciva, per cambiare vita. E nonostante la sua giovanissima età, la sua fedina penale dice già tanto sulla capacità di dar vita ad una fiorente attività di spaccio.
Il giovane è stato arrestato in flagranza di reato lo scorso 28 aprile. Nel corso di un’operazione mirata a cura dei carabinieri della stazione di Boscoreale, agli ordini del Maresciallo Massimo Serra, L.M. è stato beccato con la “pistola fumante” tra le mani, ovvero con diversi grammi di marijuana, già suddivisa in dosi e pronta per essere immessa nel mercato. Ci è voluto per prenderlo. Alla vista delle sirene, si era nascosto a casa della fidanzata. La droga, invece, era nascosta nel suo “atelier”, un garage ad uso esclusivo del 18enne.
Erano settimane che i militari dell’Arma erano sulle sue tracce. Già a febbraio era finito di nuovo nei guai sempre per spaccio. In quella occasione c’è mancato poco che con il suo ciclomotore non investisse un militare. Aveva avuto l’obbligo di firma, nulla di più. Si sentiva libero di fare quello che voleva. Strane movimentazioni, via vai sospetto di motorini: il 18enne era tornato in attività.
La prima perquisizione è scattata a casa della madre. Lui non c’era, e nemmeno la droga. Non restava che il seminterrato di pertinenza all’abitazione. Ma servivano le chiavi. E’ la stessa madre, al telefono, a chiederle al figlio in fuga. E per recuperarle ci mandano il fratellino più piccolo. Ed è qui che i militari lo individuano. Qualche isolato più in là, il giovane aveva trovato rifugio, e protezione, a casa della convivente. Si era nascosto dietro la porta del bagno, ma è chiaro che non è servito ad eludere i controlli. Bloccato e ammanettato, i militari hanno recuperato le chiavi del garage ed hanno effettuato la perquisizione in sua presenza. C’era tutto l’occorrente per lo spaccio: dalle bustine di cellophane all’indispensabile bilancino di precisione. Ovviamente c’era anche la droga, e più precisamente marijuana (circa 130 grammi), già pesata, confezionata e pronta per essere immessa sul mercato.
Processato con rito direttissimo, il ragazzo è tornato subito a piede libero, dopo che il suo difensore ha chiesto e ottenuto i termini a difesa.
Per il 18enne quello della droga potrebbe essere il male minore. Una ragazzina di soli 15 anni lo ha accusato di violenza sessuale. Una violenza che si sarebbe consumata proprio nel garag seminterrato di casa. Per ora non c’è nulla di concreto. Ma si tratta di una vicenda sulla quale è bene che si faccia chiarezza quanto prima.