Tentato omicidio e detenzione illegale di arma da fuoco: è stato rinviato a giudizio il 17enne che lo scorso 21 gennaio sparò a un 19enne in una sala giochi di corso Vittorio Emanuele a Castellammare. Questa la decisione del gup del Tribunale per i minorenni di Napoli che ha fissato la prima udienza del processo a fine giugno.I.R., figlio di un noto pregiudicato, resta nel carcere di Nisida e dovrà difendersi dall’accusa di aver tentato di uccidere un ragazzo di appena 2 anni più grande. Anche se resta ancora il mistero sul movente di quel raid di sangue, che sarebbe potuto finire in tragedia.
L’agguato
E’ il 21 gennaio quando il baby-sicario fa irruzione all’interno della sala giochi di corso Vittorio Emanuele. Il giovane, arrivato in sella a uno scooter, entra nel locale ancora pieno di giovani e si dirige verso C.C., estrae una pistola e gliela punta contro. Esplode due colpi all’addome della vittima, lo lascia in una pozza di sangue e scappa via. Il 19enne viene immediatamente trasportato all’ospedale San Leonardo di Castellammare, dove i medici sono costretti ad asportargli la milza per salvargli la vita. Nel frattempo scattano le indagini e attraverso le testimonianze e le immagini dei circuiti di videosorveglianza, i carabinieri agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia riescono quasi subito a stringere il cerchio e a individuare in I.R., l’autore del raid.
Il 17enne – difeso dall’avvocato Salvatore Esposito – si consegna ai carabinieri di Castellammare quasi 48 ore dopo aver fatto fuoco contro C.C., figlio di un commerciante del centro. Ai militari racconta di aver sparato perché temeva di essere aggredito. «Ho visto che aveva un coltello, così ho deciso di sparare» – disse I.R., che negò il fatto che ci fosse stata una rissa prima dell’agguato e raccontò di un’antipatia personale con C.C., che già in passato li aveva portati a litigare, anche pesantemente.