L’incubo di vedersi portare via il figlio per un protocollo di autotutela attivato dall’ospedale. E’ quanto capitato a Fabrizio Cappelli, 38enne di Castellammare di Stabia, residente in Galles da circa 15 anni. Fiato sospeso dei parenti stabiesi che hanno vissuto e stanno vivendo, a distanza, l’inferno dei due genitori rimasti in “ostaggio” del piano sanitario Royal Gwent di Newport, scattato nel Galles. Un livido sospetto sulla guancia del piccolo di appena 9 mesi si è trasformato in un allarme. «Non sapevamo cosa rispondere alla domanda: come si è ferito il bimbo? Da quel momento ci siamo ritrovati in una situazione talmente complicata con il rischio che ci portassero via nostro figlio con l’accusa di maltrattamento».
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