Torre del Greco. E’ il simbolo del fallimento degli interventi di riqualificazione urbana portati avanti dall’amministrazione comunale targata Ciro Borriello, il flop costato una valanga di critiche all’assessore ai lavori pubblici Luigi Mele. Eppure – a otto mesi dalla fine anticipata del mandato dello storico leader locale del centrodestra – rischia di diventare l’emblema della «scarsa attenzione» prestata a Torre del Greco dal commissario straordinario Giacomo Barbato. «Non è possibile spendere una barca di soldi per ottenere risultati del genere», la ricorrente osservazione di chi ogni giorno costeggia la «fontana dei disastri» di via Roma. Un’opera pubblica realizzata grazie ai fondi del programma Più Europa e inaugurata a marzo del 2016. Ma neanche il tempo di salutare la grande novità del centro storico – la fontana trasformò un’area in cui, in precedenza, era presente un giardinetto infestato da ratti e insetti – e furono registrati i primi problemi. La «vasca dei capitoni» di via Roma – come venne ironicamente ribattezzata la fontana ornamentale – a causa del cattivo funzionamento di alcune pompe di sollevamento si trasformò in una sorta di palude verdastra, a causa della presenza di acqua stagnante e putrida.
Il tortuoso iter procedurale
Già a dicembre 2016 l’ex sindaco Ciro Borriello provò a correre ai ripari attraverso l’attivazione di una procedura di gara per l’affidamento di alcuni lavori di manutenzione straordinaria, proprio in considerazione del malfunzionamento provocato da un difetto di progettazione. L’appalto fu aggiudicato a maggio 2017 e furono successivamente avviati i lavori per la sola parte relativa agli impianti, siti nelle prossimità della vasca: le indagini effettuate attraverso gli scavi portarono alla redazione di un ulteriore progetto per la realizzazione di una cabina di alloggiamento del gruppo pompe, filtri e valvole di maggiori dimensioni rispetto al piccolo pozzetto preesistente. A oggi, tuttavia, la fontana ornamentale – come specificato in una nota diffusa dal Comune oggi guidato dal commissario straordinario Giacomo Barbato – resta in attesa di collaudo a causa di un contenzioso in essere tra l’ente di palazzo Baronale e l’impresa esecutrice dei lavori.
Il danno e la beffa
Così, in attesa della fine degli accertamenti tecnici disposti dal tribunale di Torre Annunziata, la «fontana dei disastri» resta recintata per imprecisate ragioni di sicurezza. Gli unici potenziali pericoli per la pubblica e privata incolumità, infatti, restano i due metri quadrati del pozzetto sistemato proprio in prossimità del dehors di un noto bar della zona: nulla rispetto ai rischi igienico-sanitari provocati dalla costante presenza di rifiuti di ogni tipo all’interno delle vasche, abbandonate al proprio destino dall’arrivo del commissario straordinario Giacomo Barbato. Eppure, come confermano dall’ufficio stampa del Comune, l’area non è sottoposta a sequestro: basterebbe semplicemente ordinare un semplice intervento di pulizia per eliminare lo scempio, in attesa degli annunciati lavori di riqualificazione. Un ordine di cui il traghettatore di palazzo Baronale finora non ha sentito la necessità. Con buona pace delle proteste di cittadini e commercianti per le pietose condizioni di degrado in cui versa la «fontana dei disastri» realizzata con i fondi Più Europa.