Si e’ ucciso legandosi un laccio al collo, nella sua cameretta, la mamma e la nonna dall’altra parte della porta chiusa a chiave. E’ morto cosi’ Giovanni, nome di fantasia, 12 anni appena compiuti. La tragedia a Torino, nella tarda serata di ieri, poco prima che a Napoli una studentessa di 26 anni si suicidasse lanciandosi dal tetto dell’universita’ che frequentava. Due storie diverse, accomunate dalla fragilita’ e dall’insicurezza dei giovani d’oggi. “Voglio sparire” sono le parole che Giovanni avrebbe scritto su un biglietto d’addio al vaglio della polizia che indaga sulla sua morte, alla periferia Nord di Torino. L’ipotesi di un gioco finito male, presa in considerazione in un primo momento, sembra essere esclusa. Erano passate le 23 quando la madre ha bussato alla porta della sua stanza e si e’ accorta che qualcosa non andava. All’interno il ragazzino era in fin di vita, il laccio attorno al collo. Disperata la corsa in ospedale, dove il dodicenne e’ morto poco dopo lasciando la sua famiglia ad interrogarsi sul perche’ del gesto. “Come docenti ci interroghiamo sulle fragilita’ dei nostri studenti”, commenta, sconvolta, la preside della scuola frequentata dal giovane. “E’ una tragedia che ci lascia senza parole, che scuote tutti. Stamattina ho visto i professori piangere come bambini. Chiedersi cos’e’ accaduto, dove abbiamo sbagliato. Lui era un ragazzo sereno, solare. La nostra e’ una realta’ complessa, ma lui non ha mai dato motivo di preoccupazione o allarmismo”. Giovanni frequentava la prima media, indirizzo musicale, aveva la passione per il violino. “Un adolescente normale – continua la dirigente – ben inserito in classe, aveva anche una simpatia per una compagna, cose da ragazzi. Venerdi’ aveva festeggiato il suo compleanno a scuola, con gli amici”. Gli stessi amici che questa mattina non riuscivano a darsi pace. Ancora bambini per capire, ma abbastanza grandi per interrogarsi su un dramma come la morte. La scuola ha avvisato gli studenti e le loro famiglie e ha attivato un servizio di ascolto psicologico. A Napoli, questa mattina, un altro suicidio, questa volta una studentessa di 26 anni, che ha deciso di farla finita lanciandosi dal tetto dell’università in cui erano presenti alcuni familiari. La ragazza si doveva laureare e una delle ipotesi e’ che non fosse a posto con gli esami. E il 5 aprile, di nuovo a Torino, una quindicenne e’ morta sotto un treno, al binario 8 della stazione Porta Susa. Un incidente sul quale gli accertamenti della polizia ferroviaria, ancora in corso, allungano sempre di più le ombre del suicidio.
CRONACA
9 aprile 2018
Disagio giovanile: laccio al collo nella sua stanza, 12enne muore a Torino. Studentessa suicida a Napoli