San Giuseppe/Ottaviano – Si faceva chiamare da tutti Vallanzasca. Quel soprannome lo aveva scelto lui, perché somigliare a Renato Vallanzasca gli piaceva e un po’ cercava anche di imitarlo. Valerio Bifulco non era un soldato qualunque e né un affiliato come gli altri: lui sapeva comandare, sapeva intimorire e sapeva come ottenere quello che voleva. La sua militanza nel clan Fabbrocino era servita e in poco tempo era cresciuto nel suo curriculum criminale tanto da arrivare a stringere contatti e alleanze anche con clan napoletani, fino a diventare l’intermediario e l’uomo di fiducia negli affari dei Fabbrocino.
Anche lui è finito in manette nella maxi retata di mercoledì notte messa in campo dai carabinieri di Castello di Cisterna e il suo nome spunta fuori nella ricostruzione di uno scenario inquietante nel quale a finire nel mirino decine e decine di imprenditori di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno ed Ottaviano. Pagare la tangente non era una possibilità. Un obbligo. Nessuna altra scelta se non quella di versare la somma che Valerio Bifulco. Imprenditori minacciati, intimoriti, seguiti e in alcuni casi picchiati.
Leggi l’articolo completo su Metropolis Quotidiano http://metropolis.ita.newsmemory.com/