Torre del Greco. Giovanni Palomba è nato con la camicia, in una calda giornata d’agosto del 1962. Una camicia su cui era già impresso lo scudo crociato della Democrazia Cristiana: un marchio sventolato con immutato orgoglio durante i suoi 56 anni di vita, in larga parte trascorsi in politica. Prima come consigliere comunale – il debutto con il Centro Cristiano Democratico all’epoca del sindaco Antonio Cutolo – e poi come consigliere provinciale di Italia dei Valori, dopo la parentesi con Forza Italia alla corte di Valerio Ciavolino. Infine, il ritorno a palazzo Baronale come alleato del sindaco Ciro Borriello e successivamente come suo avversario sotto il simbolo del Nuovo Centrodestra in tandem con il Pd. Insomma, tutto l’arco costituzionale. Proprio come un democristiano doc: un marchio tornato prepotentemente d’attualità dopo il boom del M5S all’ombra del Vesuvio. Perché il mobiliere con la passione per la politica sembra essere l’unico in grado di dialogare con tutti. E magari mettere tutti d’accordo.
La fumata bianca
Non a caso, già a ottobre Giovanni Palomba – insieme a Gennaro Granato, fedelissimo dell’ex sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano – aprì il comitato elettorale di via Monsignor Felice Romano per «accogliere» tutti i delusi della maggioranza targata Ciro Borriello. Tre mesi di tira & molla, passerelle ai tavoli di centrodestra e centrosinistra fino alla costituzione di uno zoccolo duro costituito (sulla carta) da una decina di liste civiche. Liste civiche ora pronte a uscire allo scoperto e a puntare su Giovanni Palomba come proprio candidato sindaco: una scelta benedetta da Alfonso Ascione – fino a luglio «stampella» dell’ex sindaco – e Antonio Spierto, inizialmente designato come leader del gruppo guidato dall’ex presidente del consiglio comunale Pasquale Brancaccio. E poi Tommaso D’Ambrosio, Gerardo Guida e il «camaleonte» Ciro Piccirillo.
Il dialogo con il centrodestra
L’accelerata delle liste civiche è arrivata dopo l’invito di Cinzia Mirabella – portavoce locale di Forza Italia – a stringere i tempi per indicare un unico nome da portare all’attenzione del tavolo dei partiti di centrodestra. Un tavolo su cui già c’è l’ipotesi legata a Luigi Mele – uscito vincitore dalla sfida interna con Filippo Colantonio e Stefano Abilitato – l’ex fedelissimo di Ciro Borriello ora chiamato a fronteggiare l’assalto di Giovanni Palomba. Perché, evidentemente, all’interno dei berluscones di Torre del Greco ci sono diversi nostalgici della Democrazia Cristiana: concetti destinati a essere esposti stasera, durante il summit in programma in città con Armando Cesaro.
L’apertura a 360°
Il centrodestra resta la corsia preferenziale delle liste civiche, ma non l’unica. è lo stesso Giovanni Palomba a confermare, implicitamente, come il centrosinistra – in particolare il Pd – possa essere un valido interlocutore per la neonata corazzata di liste civiche. «Sento parlare di inciuci e ammucchiate, peraltro da chi non avrebbe titoli per giudicare insolite alleanze – la premessa del mobiliere con la passione per la politica – Come già detto a partire da settembre, siamo aperti a tutti gli uomini e le donne pronti a voltare pagine rispetto alla passata amministrazione comunale». L’unico paletto, al momento, sembra il fattore-tempo. Perchè dopo avere traccheggiato per cinque mesi, adesso il «grande centro» costituito dalle liste civiche sembra andare di fretta. «Subito dopo Pasqua, ufficializzeremo la candidatura a sindaco di Giovanni Palomba», fanno sapere i vertici della coalizione. Con il centrodestra o con il centrosinistra o magari con entrambi è un dettaglio. Perché Giovanni Palomba il marchio della Dc non l’ha mai tolto dalla pelle.