Torre del Greco. La prima udienza è fissata per metà settimana, quando l’ex sindaco Ciro Borriello si presenterà davanti al collegio del tribunale di Torre Annunziata presieduto dal giudice Maria Laura Ciollaro per provare a smontare tutte le accuse legate allo scandalo rifiuti all’ombra del Vesuvio. Ma, intanto, il pubblico ministero Silvio Pavia – come da prassi – ha già depositato la lista dei propri «assi». Ovvero i testimoni su cui punta il titolare dell’inchiesta per dimostrare la fondatezza delle ipotesi di reato messe in piedi al termine delle indagini durate complessivamente dieci anni.
Otto testimoni
L’elenco presentato dal pm Silvio Pavia potrà contare – salvo obiezioni del collegio giudicante o successive richieste di integrazione – su otto nomi. A recitare la parte del leone, ovviamente, saranno i protagonisti delle attività investigative: a salire per primi sul banco dei testimoni, infatti, toccherà a tre ufficiali della guardia di finanza incaricati di eseguire gli accertamenti poi diventati la «spina dorsale» dell’ordinanza di custodia cautelare firmata a inizio agosto dal gip Emma Aufieri. Le fiamme gialle dovranno illustrare tutti i punti oscuri dell’inchiesta, a partire dagli «incontri carbonari» tra lo storico leader del centrodestra all’ombra del Vesuvio e i titolari della ditta incaricata della raccolta dei rifiuti in città – appuntamenti finalizzati, secondo la procura di Torre del Greco, al passaggio di presunte mazzette da 20.000 euro – per finire alla valanga di intercettazioni telefoniche relative alla monnezza connection all’ombra del Vesuvio e alla questione relativa alle presunte false fatture emesse da Francesco Poeti e Virgilio Poeti relative al lavaggio degli autocompattatori della nettezza urbana. Tre testimoni destinati a diventare i principali cardini del processo, ma non gli unici.
Da indagata a super-teste
Perché, scorrendo la lista preparata dal pubblico ministero Silvio Pavia, c’è un nome capace di catturare immediatamente l’attenzione: Anna Lecora, ex segretaria generale del Comune poi «chiamata» alla corte del governatore Vincenzo De Luca per l’organizzazione delle Universiadi 2019 a Napoli e provincia. L’ex funzionaria dell’ente di palazzo Baronale – arrivata dal Comune di Formia dopo essere passata per Pollena Trocchia e Afragola – sbarcò in città a ottobre del 2014 e a gennaio del 2015 firmò il passaggio di cantiere tra la Ego Eco e la Fratelli Balsamo. Un passaggio di cantiere alla base dell’inchiesta sulla Nu, al punto da costare all’ex segretario generale l’iscrizione nel registro degli indagati. Successivamente il nome di Anna Lecora è scomparso dalle carte della procura, salvo ricomparire adesso alla vigili della prima udienza del processo. Nulla di anomalo sotto il profilo procedurale, ma la scelta del pubblico ministero di puntare su una ex indagata – già firmataria di una serie di esposti alla Corte dei Conti di Napoli dopo l’addio a palazzo Baronale – non è passata inosservata.
L’ex consigliere comunale
A completare la lista dei testimoni chiamati dalla procura di Torre Annunziata ci sono l’ex ingegnere capo del Comune Giovanni Salerno, l’ex dirigente al personale Francesco Panariello e l’ex dirigente all’ambiente Luisa Sorrentino. La responsabile del settore Nu – parente di Lorenzo Porzio, ex vicesindaco in quota Pd ai tempi del sindaco Gennaro Malinconico – dovrebbe chiarire in aula le ragioni del suo trasferimento da una poltrona-chiave dell’ente di palazzo Baronale: un trasferimento avvenuto dietro pressioni della ditta Fratelli Balsamo secondo la ricostruzione della procura o semplicemente dietro richiesta della diretta interessata secondo la versione fornita dall’ex sindaco Ciro Borriello sia durante l’interrogatorio di garanzia sia durante le dichiarazioni spontanee davanti al gup Luisa Crasta. A completare la griglia di testimoni, poi, ci sarà Aniello Esposito: l’ex consigliere anziano di Forza Italia – ai tempi del sindaco Valerio Ciavolino – arrestato e condannato per il blitz Never Again del luglio 2004 con cui l’antimafia di Napoli smantellò i vertici del clan Falanga dopo avere scontato la propria pena era stato assunto dalla Ego Eco a marzo del 2013. Ma, al momento del passaggio di cantiere alla Fratelli Balsamo, non si era poi visto confermare l’impiego. Circostanze su cui, verosimilmente, l’ex consigliere comunale sarà chiamato a relazionare in aula.