Villa Carmiano, un sito archeologico sepolto dalla negligenza e ricoperto dal poco interesse degli enti preposti alla valorizzazione di un pezzo di storia. Nessuna telecamera nei pressi della villa rustica, di inestimabile valore, che certo non è visibile dietro un cancello arrugginito corredato da un cartello che ne indica la presenza. A colpo d’occhio non è certo visibile neanche una pietra dei 400 metri quadrati di Villa Carmiano, visto che gli stessi sono stati ricoperti da materiali “aggregati” per un’altezza di tre metri circa. Una volta scoperta la villa rustica nel 1963, prelevati oggetti antichi e gli affreschi della sala da pranzo (triclinium), l’intera area è risultata troppo costosa per restare aperta e nel 1998 si è proceduti alla sepoltura del sito archeologico. E se Gragnano ha deciso di dimenticare la sua storia, c’è chi invece la ha apprezzata visitando le mostre di San Pietroburgo, Parigi e Washington dove erano stati esposti proprio gli affreschi di Villa Carmiano. E se le anfore e le giare, compreso attrezzi rinvenuti per la produzione del vino sono attualmente custoditi nelle sale della Reggia di Quisisana di Castellammare di Stabia, delle meravigliose rappresentazioni, una del corteo di Bacco e l’altra di Nettuno, non se ne hanno più tracce.
M|CULT
1 marzo 2018
Gragnano. Villa Carmiano, verità sepolte. Perse le tracce degli affreschi