Prima le provocazioni e gli insulti, rimasti senza replica. Poi un pugno in pieno volto, solo per sentirsi piu’ forti, per affermare la propria supremazia. Un’aggressione gratuita che domenica scorsa, aNapoli, ha costretto Ciro, 16 anni, a farsi curare in ospedale per la rottura del setto nasale. Trenta giorni di prognosi e tanti ‘perche” in sospeso. Ciro, quei ragazzi in scooter, neppure li conosceva. Gli autori dell’insano gesto sarebbero due suoi coetanei: hanno 17 e 16 anni e facevano parte di una baby gang composta da 5-6 ragazzini che, in sella a tre scooter, lo hanno preso di mira davanti a una fermata della metropolitana. Entrambi sono stati denunciati dalla Polizia di Stato al termine di indagini coordinate dalla Procura dei Minori partenopea. A incastrarli sono stati i loro compagni, risultati estranei all’aggressione. I due, infatti, si sono staccati dal gruppo per colpire al viso il loro obiettivo. Ciro stava tornando a casa dopo una partitella di calcetto con gli amici ed era in compagnia. Ed invece e’ finito dolorante in ospedale. La sua storia e’ analoga ad altre accadute a Napoli e in provincia nelle ultime settimane. Come quella di Arturo, 17 anni, accoltellato alla gola e vivo per miracolo, e di Gaetano, 15 anni, quest’ultimo ancora in ospedale dopo l’asportazione della milza a causa delle percosse subite. Un fenomeno, quelle delle baby gang, che nei giorni scorsi ha costretto Governo e vertici delle forze dell’ordine a riunirsi martedi’ in prefettura per trovare una soluzione. Oggi Andrea Orlando, ministro della Giustizia, ha puntato il dito contro la famiglia: “non funziona”, ha detto, e il problema “non riguarda solo Napoli”. Secondo il guardasigilli e’ necessario trovare il modo di allontanare i bambini da certi nuclei familiari. E bisogna fare prevenzione, per esempio, estendendo il tempo pieno a scuola nelle aree degradate. Orlando ha annunciato di volere avanzare una proposta “per costituire centri preriformatori, proprio in un’ottica di prevenzione”. E di prevenzione, ma anche di recupero, ha parlato il questore di Napoli, Antonio de Iesu, secondo il quale e’ importante approfondire le motivazioni che generano la violenza minorile: “Bisogna interrogarsi sul malessere presente in alcuni quartieri di Napoli, in periferia ma anche nel centro, che e’ alla base di questi atteggiamenti crudeli e violenti” di 15enni, 16enni e 17enni. Il questore ha voluto sottolineare l’importanza di un progetto del Ministero dell’Interno, firmato oggi, grazie al quale, nel rione Sanita’ di Napoli, sara’ possibile recuperare 400 giovani a rischio grazie all’aiuto dei maestri di strada. “Una iniziativa – ha spiegato – che si affianca all’attivita’ delle forze dell’ordine” gia’ coadiuvate in quest’intento dalle parrocchie, dalle associazioni, dalla municipalita’ e dal capillare sistema di videosorveglianza installato dalla Regione Campania. Intanto le indagini sulle violenze ad Arturo e Gaetano vanno avanti: sono in via di soluzione, ha assicurato il questore. Inoltre, le 100 unita’ in piu’ che il ministro dell’Interno ha destinato alle forze dell’ordine di Napoli, in una logica di collaborazione interforze, saranno impiegate per “il controllo di aree sensibili di aggregazione della citta’”, ha annunciato De Iesu, ma anche per la realizzazione di una “mappa” dei gruppi giovanili violenti presidiando quartieri a rischio come le zone di Mercato, Chiaiano, Piscinola, Ponticelli e San Giovanni.
CRONACA
18 gennaio 2018
Aggressioni a Napoli 16enne ferito, denunciati due minorenni