Virginia non parlò per molto tempo, quasi come fosse in debito con la vita. Lei, sei anni appena, si sentiva in colpa per essere sopravvissuta all’eccidio dei bambini in quel 21 novembre del 1943. Ne morirono 34, tutti al di sotto dei dieci anni, uno addirittura neonato di appena un mese. L’orrore della guerra lo si avverte ancora nell’aria a Pietransieri, frazione del comune di Roccaraso (provincia dell’Aquila). Le vittime dell’eccidio furono 128 e i cadaveri restarono a lungo abbandonati nella boscaglia, nelle radure, fra le rovine dei casali, sepolti dalla neve sino all’estate del 1944. Virginia fu l’unica a scampare alla strage, nascosta e protetta dalle vesti della mamma. Quel giorno, in località bosco di Limmari, i soldati tedeschi trucidarono gli italiani inermi: 60 donne, 34 bambini, molti anziani. Non avevano alcuna colpa se non quella, ma era solo un sospetto in quel momento, di sostenere i partigiani. Era l’Italia spaccata in due all tramonto della guerra, gli alleati erano sbarcati a Salerno, i tedeschi vomitavano piombo sugli innocenti. Hitler ordinò alle forze tedesche di stanza in Italia centrale di mantenere le proprie posizioni fino alla primavera del 1945, facendo terra bruciata attorno alle formazioni partigiane operanti. La rappresaglia dei tedeschi, comandati dal maggiore Wolf Werner Graf von der Schulenburg (responsabile anche della strage di Matera), si accanì in un primo momento contro il bestiame razziato, mitragliato e abbandonato nei boschi circostanti. In un secondo momento i nazisti rastrellarono gli abitanti inermi che si trovavano fra i casali dei Limmari e li trucidarono. Sul luogo della strage fu edificato un piccolo tempio le cui pareti sono coperte di targhette di pietra che recano il nome e l’età dei caduti.
M|CULT
21 novembre 2017
Virginia, la bambina tra 128 cadaveri