«Mamma, abbracciami l’ultima volta. Sono Chicca, mi avete dato il nome di una stella che brilla. Sasi tiene la mano a papaÌ, tranquilla, anche liÌ saremo un’ottima famiglia». Nelle strofe di Geremia Veropalumbo, almeno questa volta, non ci sono finiti i suoi genitori neÌ la sua danzata. Il baby rapper di Torre Annunziata ha deciso di raccontare il crollo della palazzina di Rampa Nunziante a modo suo. Lo fa trasportando il dolore di quel maledetto giorno nelle note, nei versi. Imprimendo nel pentagramma anche un bel po’ di rabbia per quel che eÌ avvenuto. L’inferno della palazzina – crollata all’alba del 7 luglio scorso – diventa musica. Diventa musica anche quell’ultima speranza, quella dei vigili del fuoco che scavano a mani nude tra la polvere, sotto l’afa, mentre la gente prega. Geremia ha 20 anni, vive nel quartiere di Rovigliano e il 9 luglio – due giorni dopo lo schianto – ha trovato la forza d’animo per reagire componendo un brano dedicato alle vittime.
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