Dal rione delle Carceri di Torre Annunziata, l’inespugnabile bunker del clan Gionta, al super carcere di Sassari, l’Alcatraz italiana costruita a posta per i boss al 41 bis. E’ lo strano viaggio di Giovanni Iapicca, alias “rancitiello”, 45 anni di cui una parte spesi al servizio della camorra. Faccia da uomo normale e fama da assassino, Iapicca eÌ considerato dall’Antima a uno dei sicari piuÌ spietati della camorra vesuviana. Un killer di professione stipendiato dai boss di Palazzo Fienga. Il suo nome si ripete in buona parte delle inchieste sui delitti commissionati dagli eredi di Valentino Gionta. Tanto da costargli una sfilza di ergastoli e la reclusione al regime del carcere duro, il temutissimo 41 bis.
Dopo alcuni anni vissuti nel braccio di massima sicurezza di Novara, Iapicca eÌ stato trasferito, in gran segreto, nel super penitenziario di Bancali, frazione di Sassari immersa nel nulla delle campagne sarde. La sua nuova casa – da circa un anno – eÌ una cella angusta senza nestre. Una gabbia di cemento armato progettata per impedire qualsiasi tipo di contatto tra i reclusi. Le celle sono divise in blocchi e si puoÌ comunicare con l’esterno solo in videoconferenza nelle stanze vicine alle celle. Una vita intera in meno di 10 metri. Il nuovo grande incubo per i padrini di tutta Italia.