Il cognome di certo non era dei migliori per mettere pace tra le correnti renziane in guerra per la segreteria provinciale. Vincenzo De Luca, a cui Matteo Renzi ha affidato il compito di trovare un nome unitario per il Congresso napoletano, mette sul tavolo il nome di Pasquale Granata. Ma Mario Casillo e Lello Topo non mollano e tirano fuori dal cilindro il nome del dottore Massimo Costa. Gli ex Ds rispondono annunciando per oggi il loro candidato. Lo sceriffo e l’obiettivo unità falliscono: si va allo scontro
La trattativa
Ieri la riunione in mattinata con i capibastone dell’area cosiddetta ex Dc, poi nel pomeriggio l’incontro tra il Governatore e gli ex Ds. Ore di trattative. In gioco non c’è solo la segreteria provinciale, il Congresso è l’apripista per le Politiche: con la nuova legge elettorale il partito nazionale avrà ancora più voce in capitolo, le poltrone diminuiscono ed aumentano le difficoltà per assicurarsele. La partita per la segreteria provinciale diventa allora strategica per mostrare i muscoli, siglare accordi, ottenere garanzie e contropartite. Dentro c’è di tutto: dal rimpasto in giunta regionale, obiettivo di Mario Casillo alla poltrona in Parlamento, ambita da Lello Topo e dalla maggior parte dei big del partito.
Il manager di Renzi e De Luca
De Luca gioca la carta di Granata per mettere tutti d’accordo. Ex Ds, vicinissimo a Renzi e al ministro Graziano Delrio, ma anche allo stesso De Luca: attualmente è dirigente della Fondazione Ifel, partecipata regionale con un contratto di circa 90mila euro annui. Quarantenne, è nato a Sant’Anastasia dove ha mosso i primi passi in politica prima come consigliere e poi da assessore. Fino ad approdare all’Anci come direttore per la Campania. “Non ne sapevo nulla, in tanti mi stanno chiamando in queste ore” ha detto al telefono mentre era in viaggio per Vicenza, dove ieri si è tenuta l’assemblea Anci. “Ho bisogno di rifletterci un po’” ha detto per prendere tempo in attesa dei riscontri tra De Luca e i capibastone Pd. Che Granata preferisse andare coi piedi di piombo del resto è anche comprensibile: il suo nome spuntò già 3 anni fa come candidato alla segreteria regionale. A rifiutarlo, bruciandolo all’ultim’ora, fu proprio Casillo. L’esperienza insegna, bene ha fatto Granata ad essere cauto.
La contromossa di Casillo-Topo
Casillo e Topo non hanno alcuna intenzione di mollare la segreteria provinciale: i due mettono sul tavolo un altro nome, portando dalla loro parte anche gli orlandiani. Dopo il no su Salvatore Piccolo hanno già cominciato in realtà a raccogliere le firme per il medico Massimo Costa, uno che in passato ha sostenuto anche Antonio Marciano e Antonio Bassolino, per dimostrare così che si tratta di un nome condivisibile. Mettendo anche in rilievo il fatto che Granata, dipendente Ifel, per conflitto d’interesse non è il candidato ideale. Ma anche gli ex Ds non cedono: “Mentre era in corso un lavoro complicato per una candidatura unitaria – dicono per sottolineare a Roma che a mandare all’aria l’unità sono stati Casillo e company, ma non loro – abbiamo saputo dell’iniziativa di alcune componenti su Costa. A questo punto avanzeremo nelle prossime ore la proposta di un nostro candidato”. A firmare sono i consiglieri regionali Enza Amato, Maria Antonietta Ciaramella, Gianluca Daniele, Carmela Fiola e Antonio Marciano. Mancano Andrea Cozzolino, Valeria Valente e Leonardo Impegno. Tra i nomi in pole: Nicola Corrado, Enrico Pennella, Nicola Oddati e Ciro Cacciola. Sarà scontro: tre candidati – c’è anche Tommaso Ederoclite del Comitato 30 – per l’ennesimo Congresso conta nel Pd napoletano delle guerre interne e dei veleni.