«Abbiamo provato in tutti i modi. La proposta, il confronto, il dialogo. Niente. Eppure siamo al buon senso elementare. Lì si muore. Basta un attimo ed è tragedia». E’ il commento del primo cittadino di Pompei, Pietro Amitrano, all’indomani dell’ordinanza che sancisce la sospensione del mercato di via Aldo Moro per motivi di sicurezza, igiene e sanità». «Il mercato è diventato un suk impenetrabile – aggiunge il sindaco -. Qualsiasi emergenza sarebbe ingestibile. Figurarsi se ci dovesse essere bisogno di far passare un’ambulanza. E allora, veramente, mi chiedo di cosa stiamo parlando. Gli interessi di pochi contro la sicurezza di un quartiere intero, e non credo di esagerare se dico ‘di una città intera’. No. Mi dispiace, ma non ci sto. Durante il primo incontro che ebbi personalmente con una rappresentanza degli operatori del mercato, alla presenza del Comandante Petrocelli, dell’architetto Marino e dell’Assessore Vitiello, mettemmo sul tavolo ben due proposte. Una, banalissima, prevedeva lo spostamento di alcune bancarelle in una zona dove ora loro parcheggiano le auto. Avremmo decongestionato l’area e si sarebbero liberati alcuni marciapiedi. Niente. Allora tirammo fuori una vecchia proposta, che fu avanzata una decina di anni fa, all’epoca dei tre commissari prefettizi: rotazione degli operatori. Cinquanta per cento un venerdì e cinquanta il venerdì successivo. La risposta? “Allora è meglio che tiriate fuori il coraggio di chiudere il mercato”. Queste non sono risposte che si danno». Amitrano ricorda «che sono 180 operatori. Capite? 180. In una zona che è diventata un budello. Sull’area non ci sono nemmeno i requisiti igienico sanitari per il commercio dei prodotti alimentari. E, secondo i vigili del fuoco, per consentire l’intervento di mezzi di soccorso c’è bisogno di distanze tra le bancarelle che vanno dai tre ai quattro metri. Non ci sono. Interi edifici sono letteralmente tenuti in ostaggio dalle bancarelle. Provate ad immaginare una scossa sismica o un’evacuazione d’emergenza. Saremmo alla tragedia».
Il sindaco è disposto a un ulteriore incontro per raggiungere un accordo. «La verità è che le cose sono andate avanti così per 26 anni. Allora quell’area fu assegnata a titolo provvisorio. Poi le cose sono andate avanti come sappiamo e nessuno si è assunto più le sue responsabilità. Io, mi dispiace, non intendo continuare a far finta di niente. Di fronte alla sicurezza non giro la faccia. Torni il buon senso e ricominciamo a dialogare. Punto».