La nuova amministrazione di Pompei non abbandona Peppe Artuso, lo storico giornalaio che ha scritto al primo cittadino per una richiesta d’incontro. L’edicolante, che dopo 22 anni di duro lavoro s’è visto costretto a chiudere la sua attività lo scorso maggio, schiacciato dalla crisi del settore e da vecchie scelte politiche e amministrative sbagliate, auspica di ritornare a Piazza Bartolo Longo, dove nel lontano 1995 ha iniziato il suo lavoro da giornalaio. Punto di riferimento per molti pompeiani e fonte anche d’informazione per gli oltre 3 milioni di turisti che ogni anno scelgono Pompei come meta da visitare, Peppe Artuso ha già ricevuto la solidarietà dei suoi concittadini e ora anche il sindaco Pietro Amitrano è pronto a dargli ascolto per poter risolvere al meglio la delicata situazione che sta vivendo ormai da mesi.
L’inizio del calvario risale al 2009, anno in cui il punto vendita di giornali e riviste viene delocalizzato. Da Piazza Bartolo Longo a Piazzale Schettini. Artuso percepisce subito che quel progetto è fallimentare e che avrebbe potuto influenzare negativamente la sua attività. Non si sbaglia, la sua attività morirà così come quell’area fantasma. Piazzale Schettini, che avrebbe dovuto ospitare un fantomatico polo artigianale, in realtà mai nato, è tuttora zona di nessuno. Da qui l’inizio delle difficoltà di Peppe Artuso. Adesso lo storico edicolante di Pompei è costretto a lavori saltuari. Ha famiglia, naturalmente. E proprio per questo ha deciso di non mollare. Ha protocollato una richiesta di incontro al nuovo sindaco di Pompei, Pietro Amitrano. Una richiesta che il sindaco soddisferà quanto prima.
Artuso vuole tornare a piazza Bartolo Longo per una serie di motivi. Il progetto legato a Piazzale Schettini non è mai decollato. Di quelle strutture di tufo e legno quasi non c’è più traccia. Risultano da tempo imbrattate e vandalizzate. Anzi, c’è dell’altro. Sono diventate il rifugio di clochard in cerca di un luogo per dormire. Passando per quelle che avrebbero dovuto rappresentare botteghe per artigiani, il quadro è desolante. Ecco perché Arturo sogna di tornare nella centralissima Piazza Bartolo Longo per rilanciare la sua attività e tornare a lavorare come prima.