All’indomani dell’approvazione del bilancio consuntivo, sul tavolo di lavoro della nuova amministrazione di Pompei sono già finite le possibili manovre che potrebbero risollevare le casse comunali. Il sindaco Pietro Amitrano, individuate le priorità da cui partire per riconsegnare dignità alla città mariana, tenendo naturalmente conto anche dei limiti imposti dal bilancio, sta studiando in che modo poter assicurare al Comune nuovi fondi per avviare quanto prima il restyling del cimitero, delle scuole e delle strade colabrodo. Fondi che tra l’altro potrebbero permettere alla squadra del primo cittadino anche di chiudere la questione relativa alla liquidazione della società Aspide e Interservizi, quest’ultima un vero peso per l’amministrazione da oltre dieci anni.
Tassa di soggiorno
L’idea di Pietro Amitrano è quella di attivare la tassa di soggiorno all’ombra del Santuario. La delibera, d’altronde, fu già approvata il 22 dicembre del 2015, quando l’attuale primo cittadino di Pompei faceva parte della giunta Uliano. I visitatori che avrebbero pernottato negli alberghi di Pompei – secondo quelle che sono le precedenti tariffe, le future sono ancora in fase di discussione – avrebbero dovuto versare nelle casse dell’ente 1 euro e 50 centesimi, solo 1 euro per gli alloggi dei b&b e camping. Un potenziale di circa 600-700mila euro l’anno per l’amministrazione comunale guidata da Pietro Amitrano. Ma la tassa di soggiorno, almeno fino ad oggi, non è mai stata approvata per lo stop sancito da una circolare diffusa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che vietò ai vari comuni di inasprire la tasse nel 2016. In pratica, alle amministrazioni con la tassa di soggiorno già in vigore fu vietato aumentare le tariffe, mentre a quelle ancora senza fu impedita l’attivazione.
Tariffe da valutare
Non sono state ancora definite le possibili tariffe per la tassa di soggiorno all’ombra del Santuario, città che ogni anno conta un’affluenza di circa 3 milioni di turisti. C’è chi, tra cui i consiglieri di minoranza, propone un aumento di quel piano abbozzato tra il 2015 e il 2016. «La tassa è troppo bassa – spiega Robetti – va adeguata in base alle altre città italiane. Le potenzialità di entrata possono raggiungere anche picchi di 700mila euro. Stessa cosa anche per il ticket bus, troppo basso rispetto alle altre realtà della nostra penisola».
Il commento del sindaco
«Della tassa di soggiorno mi sono fatto io promotore nel 2015, nel corso della vecchia amministrazione quando ero assessore – le parole del primo cittadino Pietro Amitrano – poi è diventata impossibile attivarla per la circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Adesso è possibile introdurla a tutti gli effetti, valutiamo sul da farsi». A commentare l’introduzione della tassa di soggiorno anche il dirigente Piscino. «Da poco tempo c’è la possibilità di attivare la tassa di soggiorno – spiega – a breve inizieremo “collegamenti” con alberghi, B&b, casa vacanze e altre strutture».
Come si paga
Per tassa di soggiorno si intende un’imposta per persona a notte che i turisti devono pagare alle strutture alberghiere in cui alloggiano durante il loro viaggio nelle località turistiche che aderiscono a questa normativa. Questa tassa, prevista dalle città italiane e straniere di maggior interesse artistico e culturale, viene riscossa da hotel, bed and breakfast, ostelli e campeggi. Le strutture ricettive si occupano di addebitare l’imposta di soggiorno, aggiungendola al costo finale della camera e dei servizi offerti ai clienti durante il loro soggiorno.