Torre del Greco. La miccia capace di accendere il dibattito sulle manifestazioni culturali all’ombra del Vesuvio è stata la terza edizione del Carnevale Estivo in Litoranea. La chiassosa sfilata di carri allegorici a due passi dal mare è stata, infatti, capace di scatenare la reazione dei “nostalgici” della tradizionale festa dei Quattro Altari: «Abbiamo rinunciato a una tradizione di Torre del Greco per investire in appuntamenti completamente slegati dalla nostra cultura», la tesi di chi ricorda l’attesa e il fermento popolare per l’Ottava.
La mobilitazione popolare
Dalle proteste sul web, immediatamente si è passati alle iniziative concrete. Già a inizio settimana, infatti, i sostenitori del rilancio dei Quattro Altari si riuniranno in un’assemblea pubblica presso il teatro Sant’Anna di via Madonna del Principio: l’obiettivo è gettare le basi per provare a recuperare la tradizionale festa dell’Ottava. All’appuntamento in programma lunedì alle 18.30 sono stati invitati i rappresentanti di varie associazione culturali del territorio nonché vari artisti in passato protagonisti diretti della manifestazione. Invitati, inoltre, vari esponenti politici: «L’iniziativa deve essere trasversale e coinvolgere tutte le realtà cittadine, perché i Quattro Altari sono un patrimonio di Torre del Greco», l’appello lanciato dai nostalgici dell’Ottava.
L’apertura del Comune
All’incontro pubblico organizzato presso il teatro Sant’Anna non sarà presente l’assessore agli eventi Angela Laguda. Ma l’esponente della giunta comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello si è già attivata per provare a raccogliere le istanze provenienti dal popolo della festa. «Per anni, i Quattro Altari sono stati un momento fondativo della identità civile di Torre del Greco – la premessa di Angela Laguda -. La sua scomparsa dal cartellone di eventi cittadini rappresenta un cruccio per tutti. Ma oggi la città è profondamente diversa rispetto al passato, sia sotto il profilo urbano sia sotto il profilo economico-sociale. Bisogna necessariamente partire da qui per provare a trovare la soluzione adatta a rilanciare la “nostra” festa».
Il nodo-investimenti
Il principale problema, come già evidenziato dal sindaco Ciro Borriello, restano i fondi. Per organizzare le celebrazioni del Corpus Domini servirebbero tra i 120.000 euro e i 180.000 euro. «Se si vuole rilanciare il “riscatto baronale” c’è bisogno di aprire una serena riflessione in grado di riconnettere insieme tra loro storia, tradizione e innovazione – sottolinea l’assessore agli eventi – nonché rivalutare gli aspetti operativi sia relativi alle risorse finanziare sia all’organizzazione». Come a dire: senza soldi non si cantano messe, figuriamoci se si organizza una festa della portata dei Quattro Altari. Eppure, risparmiando le somme investite per sostenere le varie kermesse di dubbio valore artistico-cultura organizzate all’ombra del Vesuvio, qualche “spicciolo” potrebbe essere recuperato senza particolari difficoltà. «Per parte nostra – conclude l’assessore Angela Laguda – ci faremo promotori di un appuntamento “allargato” con l’obiettivo di avviare un’adeguata riflessione sulla questione». Ma senza contrapposizioni con le restanti rassegne finite al centro di polemiche e proteste. Perché va bene la tradizione, ma senza scontentare nessuno.