Torre del Greco. Il pericolo era stato segnalato in tempi non sospetti, a pochi mesi dalla conclusione dei lavori: «Il basolato non regge, sembra già sprofondare», avevano denunciato i commercianti e gli abitanti della zona. Ma il sindaco Ciro Borriello e l’assessore ai lavori pubblici Luigi Mele – l’ingegnere destinato a passare alla storia come il responsabile politico degli interventi di riqualificazione urbana del centro storico finanziati con i fondi europei – si erano limitati a scrollare le spalle e a garantire l’esecuzione a regola d’arte del rifacimento stradale. Convinzione naufragate esattamente a un anno dalle prime proteste, a causa dell’evidente cedimento di una striscia di sampietrini posta esattamente all’altezza di un attraversamento pedonale.
La soluzione tampone
Lo sprofondamento della strada è stato immediatamente notato da alcuni esercenti della zona. In particolare, i titolari di una nota pizzeria del quartiere – affacciata proprio sul tratto di strada venuto meno – si sono visti costretti a posizionare una pianta al centro della carreggiata per segnalare il pericolo sia ai passanti sia agli automobilisti. Una soluzione-tampone capace di scatenare la rabbia di tutti gli esercenti della zona: «Non è possibile andare avanti così – l’indignazione dei commercianti – Prima siamo stati penalizzati per un anno dal cantiere-lumaca, ora dobbiamo fare i conti con i disastri provocati da lavori evidentemente eseguiti senza particolare attenzione». La notizia del cedimento di via Diego Colamarino – una delle strade del triangolo dello shopping del centro storico – ha immediatamente raggiunto i vertici dell’amministrazione comunale. I tecnici dell’ente di palazzo Baronale sono entrati in azione per coprire con una colata di bitume – come già successo per diversi rattoppi eseguiti fino a oggi – il basolato crollato. L’ennesima beffa per un restyling promosso per cambiare il volto del “salotto buono” di Torre del Greco e diventato il principale tallone d’Achille della coalizione guidata dall’ex deputato di Forza Italia. Perché il crollo di via Diego Colamarino rappresenta la punta dell’iceberg di problemi già denunciati in via Piscopia, via Roma e via Cesare Battisti.
La commissione d’inchiesta
Insomma, le criticità provocate dagli interventi di riqualificazione urbana sono molteplici. Eppure, in occasione del recente consiglio comunale voluto dall’opposizione di palazzo Baronale per istituire una commissione d’inchiesta chiamata a fare luce sulle eventuali responsabilità da parte di dirigenti o politici, la maggioranza – orfana del sindaco Ciro Borriello, impegnato in questioni professionali – ha abbandonato l’aula. Una circostanza prontamente rimarcata dagli esponenti della minoranza dopo il crollo di via Diego Colamarino: «è stata chiesta una commissione d’inchiesta per visionare come sono stati eseguiti i lavori e i collaudi delle varie opere pubbliche realizzate con i fondi europei. Indovinate chi era il primo a essere assente», il provocatorio messaggio lanciato tramite Facebook dal capogruppo di Ncd, Giovanni Palomba. Ugualmente duro l’affondo di Michele Polese: «La nostra iniziativa andava esattamente nell’ottica di garantire la sicurezza dei cittadini – spiega l’esponente del Pd – e verificare la legittimità di tutte le procedure adottate. Ma questa maggioranza, evidentemente, si dice trasparente solo a parole».
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