Divorata la provincia, Mario Casillo punta a prendersi Napoli. Conquistata Pompei e Torre Annunziata – anche se solo oggi si saprà se il suo candidato, Vincenzo Ascione dovrà affrontare o meno il ballottaggio – mister preferenze passerà all’attacco e dopo avergli mostrato la sua forza sui territori, avverte Vincenzo De Luca: “Io sono leale, ma attenzione: sul progetto Pompei mi sono giocato la faccia, se i fondi non arrivano allora sarà guerra”. Poi lancia la sfida: ricostruirà e guiderà il partito a Napoli.
Casillo, ora chiederà il Congresso per prendersi il partito?
“Ne riparliamo dopo i ballottaggi. E’ evidente che dobbiamo fare un congresso al più presto perché vincere in tanti Comuni e poi avere un partito debole in città è una cosa che fa piangere il cuore”.
Pure Valente e Cozzolino vogliono rifondare il Pd con una segreteria cittadina.
“Sono d’accordo: che sia segreteria cittadina o coordinamento, va bene. Il problema è la sostanza”.
E la sostanza è che la vuole guidare lei: forte in provincia, non ancora del tutto su Napoli.
“Io non ho problemi a confrontarmi e misurarmi a Napoli. alle Regionali sono stato il più votato. Inoltre i consiglieri comunali che hanno preso il maggior numero di preferenze sono quelli con cui condivido un percorso politico, non temo nessuno. Comunque viene prima il partito e poi io”.
Si candida a ricostruire il partito a Napoli?
“Non lo escludo”.
E con il Governatore De Luca, come la mette?
“Non voglio mostrare i muscoli. Il territorio è fatto di chi lo vive e conosce. De Luca conosce Salerno, ma non Napoli. Gli ho detto che deve fidarsi e appoggiarsi a noi, stiamo sui territori con grande umiltà ed è questo il segreto del successo”.
Il problema sono i capibastone del Pd.
“Il tempo dei capibastone è finito, il risultato conseguito è dovuto al fatto che i cittadini vedono in me la possibilità di poter cambiare i territori, va al di là di una politica clientelare. Il consenso non è dovuto alle preferenze, ma al fatto che oggi le persone intravedono in me una speranza”.
Dove vuole arrivare?
“Quando mi hanno chiesto di candidarmi a Roma ho sempre detto di no. Spero di vincere anche a Torre Annunziata, il mio obiettivo sarà di farne insieme a Pompei e Castellammare il fiore all’occhiello della provincia, anche nel nome di mio padre che ci teneva tanto ai territori. E molto conterà il progetto Pompei dove mi gioco la carriera politica e qui De Luca è avvisato”.
In che senso?
“Non lo sfiderò alle regionali, ma se non arriveranno i finanziamenti previsti per il progetto Pompei sarò duro”.
A Torre il simbolo di De Luca era nella coalizione anti-Pd. Alla fine il Governatore le ha dato una mano?
“Non so quanto abbia contato. Noi facciamo lavoro di squadra. Con questo stesso spirito siamo stati premiati anche a Pompei e a Portici”.
Un pensiero al segretario provinciale Carpentieti, ultimo a Melito.
“La base aveva scelto Amente e si è candidato lo stesso. Che si aspettava? Mi dispiace”.