Nel 2006 si alzò in piedi in una riunione in Prefettura e disse senza fronzoli: «A Torre Annunziata un terzo del territorio è in mano alla camorra».
Luigi Monaco, allora sindaco, interviene sul tema della sicurezza in una città scossa dall’omicidio di domenica notte, che riporta la mente alla faida cruenta tra Gionta e Cavalieri.
«Nonostante i successi di magistratura e forze dell’ordine, l’ultimo omicidio ci conferma che non va abbassata la guardia sul fronte della lotta al crimine organizzato sul quale tutte le istituzioni del territorio devono fare la propria parte. Su questo piano esprimo un giudizio negativo sull’amministrazione uscente: al di la di manifestazioni propagandistiche e di facciata, nulla in concreto è stato fatto.
E’ necessario riprendere con forza e decisione il piano di sicurezza che la mia giunta varò nel 2006 e che consentì la collocazione del Comando Gruppo Carabinieri a Torre Annunziata, e quindi un rafforzamento della presenza di uomini sul territorio. Ciò avvenne per la perfetta sinergia tra Comune, Procura, Prefettura e Comandi Regionali e Provinciali dell’Arma.
Un’opera proseguita da Starita?
«Starita si è limitato a tagliare il nastro, tutta l’opera di pianificazione, organizzazione e finanziamento della collocazione del Comando gruppo fu decisa nel 2006 e avviata nello stesso anno. Su ciò c’è ampia documentazione. In 10 anni il nulla».
Cosa c’era da fare?
«Starita ha abbandonato un’altra importante opera che completava una più razionale dislocazione delle forze del’Ordine sul territorio: il trasferimento del commissariato di polizia nella zona sud di Torre. Anche questo fu pianificato nel 2006 ipotizzando la realizzazione nel plesso scolastico Monsignor Orlando che per anni ha ospitato i terremotati. Quest’opera, strategica per la sicurezza urbana, a ridosso di un importante crocevia a pochi passi da Pompei e Boscoreale é rimasta in dieci anni inspiegabilmente incompiuta nonostante la Questura avesse dato la sua più ampia disponibilità in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Tutto ciò nel contesto di una crescente attività di coordinamento delle Forze dell’Ordine presenti sul territorio che necessariamente deve passare attraverso la Prefettura. In tale coordinamento il Comune deve fare la sua parte anche attraverso il rafforzamento e la riorganizzazione del comando di polizia locale.
Sulla questione della sicurezza come giudica il programnma dei tre candidati a sindaco?
“A mio avviso avrà maggiori possibilità chi fra i tre candidati riuscirà a convincere i cittadini di essere in discontinuità con l’amministrazione comunale uscente. Meno proclami, più fatti. Torre Annunziata in questi dieci anni è diventata la Cenerentola della fascia costiera e non basteranno i tagli di nastro da propaganda. Si inaugura la bretella senza dire che avviene con 10 anni di ritardo, si inaugura Villa Parnaso senza dire che l’amministrazione non ha meriti. Si posano prime pietre per opere nelle quali l’amministrazione ha il demerito di aver atteso anni con conseguente perdita di ingenti finanziamenti pubblici”.
Cosa pensa del codice etico per i candidati?
“Personalmente li firmerei tutti se servissero a qualcosa che non fosse mera propaganda e se non fossero, in alcuni casi, ispirati da visioni paranoiche della società e della politica. I cittadini di Torre Annunziata hanno bisogno di amministratori che si dedichino totalmente alla soluzione dei tantissimi problemi della città. Tutto il resto é il nulla”.