Scafati. Degli ottant’anni di reclusione per la faida di camorra che ha insanguinato le strade di Scafati nei primi anni del 2000, chiesti dai pubblici ministeri Giancarlo Russo e Maurizio Cardea, ne sono rimasti 64.
Tanti ne ha comminati il giudice per le udienze preliminari presso il Tribunale di Salerno Renata Sessa per i 5 imputati che hanno deciso di scegliere il rito abbreviato. Gli altri 7 sono stati rinviati a giudizio e si difenderanno in dibattimento. Pena più alta per Gennaro Ridosso, 16 anni, gli stessi chiesti dalla Procura, quindi 12 per il padre boss pentito Romolo (erano 16) che lo stesso collaboratore ha indicato come partecipante alle riunioni per preparare gli attentati sanguinari; per Giuseppe Di Iorio 14 anni (la richiesta era per 16) mentre 14 anni sono stati inflitti a Ferdinando Muollo, alias ‘o dentista, che sarebbe stato il mandante dell’omicidio di Salvatore Ridosso, conosciuto come piscitiello. Otto anni di reclusione per l’altro collaboratore di giustizia Pasquale Di Fiore, napoletano, per il quale la Procura aveva formulato una richiesta di condanna a 12 anni di carcere. La posizione di Luigi Ridosso, l’altro figlio di Romolo, sarà trattata dal Tribunale per i minorenni in quanto all’epoca dei fatti non aveva ancora compiuto i 18 anni.